Dalla caduta del generale Noriega, a Panama, il Belize è diventato uno dei principali snodi del commercio via mare della cocaina proveniente dal Sud America e diretta negli Stati Uniti. Nel paese è anche molto forte la presenza di coltivazione illegale e spaccio di marijuana.

La moneta è il dollaro.

La canna da zucchero rappresenta la voce fondamentale dell'economia del Belize. Occupa infatti l'80% delle terre coltivate (che sono però solo il 3% del territorio) ed è gestita da multinazionali straniere. Importanti sono anche agrumi, mais, riso, fagioli, patate, banane, cacao e ortaggi destinati al consumo interno. Anche lo sfruttamento della foresta, che ricopre il 44% del territorio nazionale, è di grandissima importanza; tra le piante più reperibili vi sono: cedro, mogano, pino, palissandro. Abbastanza importante è anche la pesca. Non vi è invece alcuna risorsa mineraria anche se nella zona del bacino del Corozal alcune compagnie stanno effettuando delle prospezioni per petrolio e gas.

Il settore secondario comprende industrie tessili e impianti per la conservazione degli agrumi (a Dangriga) e per la produzione di zucchero (a Pembroke Hall, Tower Hill, Libertad), acido tannico (a Corozal), resina (a Mango Creek), birra e sigarette.

Notevoli sono anche il turismo e le attività finanziarie. Tra l'altro il Belize è stato censurato dall'OCSE come "paradiso fiscale" e ha iniziato a collaborare con l'emanazione di norme anti-riciclaggio.

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