IL PERITO MORENO:
Il Perito Moreno è uno tra i più importanti ghiacciai del Sud America ed è situato nel Parco Nazionale Los
Rottura del ponte di ghiaccio del Perito Moreno |
LA SITUAZIONE NELLE ALTRE REGIONI DEL SUD AMERICA:
Le Ande settentrionali contengono la più grande concentrazione di ghiacciai dei tropici che stanno indietreggiando rapidamente e la loro diminuzione si è accelerata durante gli anni Novanta. In Perù, il ghiacciaio Yanamarey ha perso 1/4 della sua area durante gli ultimi cinquanta anni e i ghiacciai di Uruashraju e Broggi hanno perso quasi la metà della loro lunghezza in soli 40 anni. Il ghiacciaio Chacaltaya,in Bolivia,ha perso quasi la metà della sua area e due terzi del suo volume solamente negli anni Novanta e potrebbe scomparire entro il 2010. Nelle Ande subtropicali, fino alla metà degli anni Novanta, le masse di ghiaccio della Patagonia del Nord, del Cile e della Patagonia del Sud avevano perso solo il 4% dell'area originale, ma l'assottigliamento è accelerato negli ultimi anni.
I GHIACCIAI E L'ACQUA POTABILE:
Sebbene il nostro pianeta,sembri essere un'oasi piena d'acqua ,la maggior parte di questa è troppo salata per essere consumata da qualsiasi essere vivente. Solamente il 2,5% circa dell'acqua presente sulla Terra è dolce e meno dell'1% è potabile e rinnovata ogni anno dalle precipitazioni. Il 70% dell'acqua potabile mondiale è congelato nei ghiacciai,che proteggono gli ecosistemi dalle variazioni climatiche,rilasciando l'acqua durante le stagioni di siccità. Nelle zone tropicali i ghiacciai si sciolgono nell'arco dell'anno, contribuendo al corso dei fiumi e fornendo spesso l'unica fonte d'acqua per uomini e animali durante le stagioni secche dell'anno . L'acqua potabile è già adesso una risorsa limitante per gran parte del pianeta, ed è probabile che nei prossimi trent'anni l'aumento della popolazione superi qualsiasi potenziale aumento della disponibilità d'acqua. In sud America le zone che forniscono acqua sono Ecuador,Perù e Bolivia.
LE SOLUZIONI A QUESTO PROBLEMA
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Milano ha realizzato un
esperimento su un ghiacciaio dell'Alta Valtellina;hanno steso un
telo protettivo capace di difendere questo tipo di superfici dallo
scioglimento. Questo telo crea una barriera fra i raggi solari e la neve del
ghiaccio sottostante, limitandone lo scioglimento durante le stagioni estive;nell'esperimento esso è stato capace di ricoprire un'area di 150 metri quadri.
Dopo sei mesi si è potuto constatare che il ghiacciaio è riuscito a sopravvivere
alla stagione estiva ed è stato salvato il 43% di spessore dell'acqua che
corrisponde a circa 115 mila litri. I ricercatori affermano che questo
esperimento non potrà essere esteso a tutti i ghiacciai, ma potrebbe essere
applicato su tutte le superfici a rischio. Fra i luoghi di applicazione le
superfici più vulnerabili sono quelle in montagna in cui emergono formazioni
rocciose. Queste accelerano il fenomeno dello scioglimento dei ghiacci
circostanti. Quindi il telo ridurrebbe l'assorbimento di calore da parte delle
rocce e limiterebbe la fusione del ghiaccio.
Un'altra soluzione è stata studiata dal professore tedesco Hans Fuchs;egli sostiene di aver trovato un modo in grado di bloccare lo scioglimento.
Questo sistema si basa sulla cattura di particolari venti freddi che si formano
sulle montagne e di indirizzarli verso i ghiacciai,così da raffreddarli. Il
professor Fuchs ha ideato un sistema fatto di schermi che riescono a deviare i venti in punti prescelti dei ghiacciai, in particolare sui i loro fronti,che di
solito sono le aree più a rischio di scioglimento. Sottoposti ai flussi di aria
fredda i ghiacciai rallenteranno il loro arretramento.