Non più di un quinto delle foreste originarie del pianeta è rimasto intatto. La metà di ciò che resta è minacciata dalle attività minerarie, agricole e soprattutto dall'estrazione per uso commerciale di legname. L'Amazzonia brasiliana è la più grande foresta al mondo: 370 milioni di ettari, un terzo del totale di tutto il Pianeta.
L'allarme di Greenpeace è grave: le multinazionali del legname stanno minacciando l'integrità di questa terra meravigliosa. Dopo aver esaurito le foreste del Sudest Asiatico e dell'Africa Centrale, le grandi compagnie asiatiche, nordamericane ed europee si stanno ora spostando sull'Amazzonia brasiliana, attratti dall'incredibile volume di legname presente in Amazzonia, circa 60 miliardi di metri cubici.
Si tratta di compagnie dotate di grande potere economico, alcune delle quali con consolidata fama di abusi sociali e ambientali.
Aree
di foresta di proprietà delle compagnie multinazionali nell'Amazzonia brasiliana
Compagnia brasiliana e nazionalità dei capitali | Area forestale posseduta (ha) | Località delle aree | ||
Terra Resources Brazil Ltda3 (Nevada Manhattan) USA |
750,000
|
Pará
|
||
Janus Brasil (Janus International) USA |
647,000
|
Pará
|
||
Amaplac (WTK) Malaysia |
313,798
|
Amazonas
|
||
Jaya Tiasa4 (Carolina, Selvaplac & Maginco) Malesia |
269,789
|
Amazonas, Pará
|
||
Gethal (Westag & Getalit)5 Germania |
151,704
|
Amazonas
|
||
Mil Madeireira (Precious Woods) Svizzera |
80,573
|
Amazonas
|
||
Amacol USA |
76,844
|
Pará
|
||
Eidai do Brasil (Eidai) Giappone |
91,008
|
Amazonas, Pará
|
||
Totale |
2,380,716
|
Fino ai primi anni '70, il 99 % della foresta amazzonica era ancora intatto.
Alla metà degli anni '80 il 13,7 % era compromesso: in appena tre decenni, sono
stati distrutti più di 55 milioni di ettari di foresta, l'equivalente di una
regione vasta quanto la Francia. Nel corso degli ultimi decenni la quota
amazzonica nella produzione di legname del Brasile è salita dal 14 % all' 85 %,
tanto che solo nel 1997 la regione ha fornito almeno 28 milioni di mq di
legname. Fonti ufficiali ammettono che l'80 % di tale produzione è illegale. Ma
anche l'estrazione considerata legale è altamente distruttiva: impiega
tecnologie inadeguate così che due terzi del legname è sprecato.
L'estensione dell'Amazzonia:
Ogni anno, in aree isolate e inaccessibili, l'industria del legname penetra
nella foresta, devastandone aree immense che non compaiono nelle statistiche
ufficiali. Tra l'agosto del 1997 e l'agosto del 1998 in Brasile, l'industria del
legname ha spazzato via 1.683.000 ettari di foresta amazzonica,
preparando il terreno ad altre attività altrettanto distruttive quali
l'allevamento e l'agricoltura attraverso l'apertura di nuove strade. Nel solo
stato del Pará sono state aperte vie di comunicazione per 3.000 chilometri,
benché fino ad oggi vi abbiano operato piccole e medie imprese dotate di mezzi
ridotti. Quanto più la zona di estrazione penetra in profondità nella foresta, tanto
più si allentano i controlli da parte dell'agenzia ambientale brasiliana. In
queste condizioni si diffondono pratiche illegali di sfruttamento forestale, il
taglio di specie protette, l'invasione di terre abitate dalle popolazioni
indigene.
Regione | Foreste minacciate (%) |
Estrazione
di legname |
Miniere,
strade e infrastrutture |
Deforestazione
per agricoltura |
Eccessiva rimozione di vegetazione | Altro |
Africa | ||||||
Asia | ||||||
N & C America | ||||||
Sud America | ||||||
Russia e Europa | ||||||
Oceania | ||||||
Globale |
Molto spesso, dopo il taglio degli alberi, la residua foresta è data alle fiamme e sulle sue ceneri vengono seminate piante erbacee a crescita rapida, la cui natura infestante impedisce la crescita di nuovi alberi. Ma anche i pascoli spesso durano poco: in breve tempo il sottilissimo manto fertile della foresta si consuma senza rigenerarsi e, priva della protezione dei rami, l'umidità viene asciugata dal sole lasciando spettrali distese di argilla rossiccia.
Uno scenario che rischia di diventare generalizzato. Fino ad oggi
l'estrazione di legname è stata finalizzata prevalentemente al consumo interno
brasiliano. Ma il mercato sta mutando. La crisi finanziaria asiatica ha
accelerato lo spostamento delle grandi compagnie verso il Brasile e al tempo
stesso la svalutazione della moneta brasiliana, il Real, ha reso economicamente
competitivo il legname brasiliano sul mercato internazionale, tanto che si
prevede un aumento del 20% della esportazione.
In un decennio, 25 compagnie europee, asiatiche e statunitensi si sono insediate in Brasile, arrivando a gestire quasi la metà dell'esportazione di legname. Da sole, otto di queste compagnie possiedono un pezzo di foresta grande quanto il Belgio. Solo una di esse opera sulla base di certificazione d'impatto ambientale (Forest stewardship Council - FSC) e solo un'altra ne ha fatto richiesta. Su 17 compagnie interpellate, 15 dichiarano di non avere alcun piano definito per ottenere tale certificazione.
Compagnia brasiliana e nazionalità dei capitali |
Estrazione nel 1997 (m3) |
Capacità di sfruttamento stimata in (m3) | |
Jaya Tiasa (Carolina, Selvaplac & Maginco) Malesia |
55,840
|
621,006-886,797
|
|
Eidai do Brasil (Eidai) Giappone |
203,610
|
225,000 - 321,300
|
|
Gethal (Westag & Getalit) Germania |
54,000 - 77,112
|
120,000 - 171,360
|
|
Amacol USA |
Nd
|
90,000 - 144,000
|
|
Mil Madeireira (Precious Woods) Svizzera |
33,695-44,375
|
60,000 - 70,000
|
|
Janus Brasil (Janus International) USA |
Nd
|
48,000 - 76,800
|
|
Amaplac (WTK) Malesia |
32,845
|
36,000 - 51,408
|
|
Terra Resources (Nevada Manhattan) USA |
Nd
|
4,400
|
|
Totale |
379,990 - 413,782
|
1,204,406 - 1,726,165
|
In ogni caso la sola capacità operativa delle multinazionali rappresenta un
fattore di rischio. Basti pensare che una grande compagnia è in grado di
produrre annualmente oltre150 mila m3 di legno lavorato,
circa 30 volte la produzione di una compagnia locale di medie dimensioni. Il pericolo di una deforestazione su larga scala rischia di distruggere
specie animali e vegetali legate indissolubilmente alle condizioni ambientali e
climatiche della foresta e le risorse culturali, medicinali e nutritive da cui
dipendono i popoli indigeni e le popolazioni autoctone. La foresta amazzonica è vitale per il ciclo delle piogge di tutta la regione,
in quanto l'acqua è costantemente riciclata attraverso l'evaporazione e la
pioggia. Il disboscamento ha già causato sensibili mutazioni nel microclima e
esiste la possibilità che un suo aumento acceleri i mutamenti climatici su larga
scala e il fenomeno del riscaldamento globale. La foresta amazzonica è un tutt'uno con i popoli che la abitano. È grande e
ospitale e, se non viene aggredita, permette una vita dignitosa a tutti i suoi
abitanti. Per questo la difesa dell'Amazzonia è indissolubilmente legata ai
grandi problemi sociali del Brasile, dalla riforma agraria, ai diritti delle
nazioni indigene, a quelli delle comunità locali. Greenpeace sta lavorando insieme alle comunità locali e ai piccoli
raccoglitori di gomma naturale (i seringueiros) per preservare la foresta
e proporre alternative alla sua distruzione. Non esiste una soluzione unica, ma un insieme di strade da percorrere
coinvolgendo più attori, nello sviluppo di attività compatibili, quali la
raccolta di gomma naturale, di frutta selvatica e noci, di fibre, di miele, di
piante medicinali. Potrebbe anche essere avviato uno sfruttamento eco-compatibile del turismo e delle risorse ittiche e
forestali. Per questo è necessaria la creazione di una fitta rete di parchi naturali, a
cui affiancare riserve esclusive in cui svolgere attività garantite da un
monitoraggio costante degli standard di compatibilità ambientale. Questo
potrebbe aprire la strada ad uno sviluppo armonico dell'Amazzonia, assicurando
ai venti milioni di persone che la abitano la sussistenza e la continuità di
cultura e tradizioni.
La foresta amazzonica |
Solo 1/5 delle foreste primarie
sopravvive
1/3 di esse si trova in Amazzonia 60% della foresta vergine amazzonica è ancora intatto. |
La foresta più estesa: | La foresta amazzonica copre una superficie più estesa di tutta l'Europa Occidentale: 600 milioni di Kmq |
La più grande riserva d'acqua: | 1/5 dell'acqua dolce del mondo scorre per i fiumi dell'Amazzonia. Il bacino amazzonico é la maggior riserva di acqua dolce del Pianeta |
Il fiume più lungo: | Il Rio delle Amazzoni si snoda per 6.868 Km, la distanza tra New York e Berlino. Il punto più profondo del Rio delle Amazzoni raggiunge i 120 metri, sufficiente per affondarvi ben due torri di Pisa, una sull'altra. |
La biodiversità più ricca: | Si incontrano più specie di piante in un ettaro di foresta amazzonica che in tutto il continente europeo |
Più alberi: | In un unico ettaro si possono trovare oltre 200 specie di alberi e sono state contate oltre 72 specie diverse di formiche su un solo albero. |
Più pesci: | Nei fiumi che attraversano la foresta, nuotano pesci di un numero di specie oltre 30 volte maggiore che in tutti i corsi d'acqua d'Europa messi insieme. |
Più grandi, più piccoli: | La diversità e i contrasti della vita amazzonica sono sensazionali: la victoria-regia è una ninfea il cui diametro arriva ai due metri. La foglia di Poligonacea coccoloba può essere più grande di un uomo (2,5 m di altezza e 1m di larghezza). Il ragno caranguejeira è più grosso di un telefono cellulare, mentre esiste un scimmia dal peso di 130 grammi e della dimensione di uno spazzolino da denti. |
La più misteriosa: | L'immensa quantità di specie animali e vegetali che vivono in Amazzonia è ancora in gran parte sconosciuta. Gli scienziati stimano che solo il 40% degli insetti presenti siano conosciuti. Fino ad oggi sono stati identificati oltre 30.000 tipi di piante, ma si sospetta che altre 20.000 siano ancora da scoprire. Nel corso degli anni '90, sono state scoperte tre nuove specie di scimmia, due di volatili e decine di specie di anfibi e pesci. |