Questo sport vanta remote origini nobili, perché nato in uno dei più
aristocratici college inglesi, quello di Rugby appunto, che gli ha dato il nome,
quando il giovane studente William Ellis, durante una partita di calcio
disputata nel 1845, decise all'improvviso di afferrare il pallone con le mani
(allora era ancora rotondo, ovviamente) e di partire come un razzo verso
l'opposta linea di fondo.
Ed è soprattutto è disciplina che richiede doti di coraggio,
generosità, abnegazione, altruismo e sacrificio, oltre a qualità fisiche
notevoli.
Motivi di interesse certamente liberi di non essere condivisi,ma questo sport in
Oceania (in particolare Australia;Nuova Zelanda,Fiji,Samoa)è il più praticato e
seguito di gran lunga,e non si può dire che non sia importante per il modo in
cui alimenta le passioni e gli interessi di migliaia di giovani praticanti e più
anziani appassionati, nonché ,ovviamente(e si può dire purtroppo),le casse di
coloro che si interessano allo sport con fini economici. Forse anche il Rugby sta
diventando uno sport di massa e,come ha già fatto con il calcio,il fenomeno della
commercializzazione sta interessando anche lo sport in questione(Basti pensare
al Canberra Stadium,in Australia,che contiene più di 50.000 persone),specialmente nei paesi
dove la tradizione del rugby è solo un'importazione dai luoghi anglosassoni.
La squadra neozelandese degli "All-blacks" mentre balla l'Haka,tipica
danza maori,a pochi minuti dall'inizio.
Detto questo,non si può non prendere in considerazione il fatto che il
rugby,almeno nell'opinione pubblica,ma forse non solo,rimane l'unico sport di squadra considerato
"nobile":di certo è un aggettivo esagerato,attribuito a quello che comunque è
uno sport interessato anche "alle masse";ma non si può negare che,specialmente
in confronto a calcio e basket,il rugby si salva da coloro che considerano molti
sport come un vero e proprio business,finalizzato solo al guadagno e non al
piacere dello sport in se;anzi;molti appassionati sostengono che il Rugby
promuove alla grande la lotta contro atteggiamenti che spesso penalizzano lo sport.
Uno fra questi atteggiamenti molto significativo è di sicuro quello a cui
ormai,purtroppo,si assiste sempre più spesso negli stadi di calcio:pugni fra
tifosi(fenomeno che ha raggiunto una tale perversione che avvengono anche fra
quelli della medesima squadra);lancio di fumogeni;bombe artigianali;cori
razzisti...Al giorno d'oggi vedere un tifoso della squadra ospite seduto accanto
a un sostenitore della squadra avversaria è diventato quasi cosa impossibile:Ma
non nel rugby. Fortunatamente questo sport conserva un minimo di decenza nel
rapporto fra tifoserie avversarie e squadre avversarie,andare allo
stadio,incontrare persone nuove,parlare con gli altri della partita davanti a un
bicchiere di birra,è tutto normale nell'unico sport di massa che mantiene ancora
diritti e specialmente principi per cui andare allo stadio non è un modo per
sfogarsi con pugni e calci e urla sciamannate,ma un luogo comune dove seguire lo
sport che si ama.