NUOVA GUINEA-PROBLEMI AMBIENTALI PAPUA
Un minatore della miniera di Grasberg.



Nella continua trasformazione semantica del territorio,si rintraccia la travagliata storia di una terra colonizzata a diverse riprese. I portoghesi, nel 1500, gli Olandesi, dal 1824, seguiti dalla Prussia che nel 1884 si impossessò della zona settentrionale. Il quadro si completò alcuni anni dopo, quando anche la Gran Bretagna impose un protettorato nella regione meridionale, annettendola poi quattro anni più tardi;
Nel 1906 la Nuova Guinea Britannica, diventata nel frattempo 'Papua', venne ceduta all'Australia, che aveva da poco ottenuto l'indipendenza. Nel corso delle due guerre mondiali la terra dei Papua fu sottoposta ad occupazioni da parte di svariati paesi, tra cui specialmente il Giappone che, con la fine della guerra ('45) abbandonò la Nuova Guinea. Nel 1963 l'Indonesia assunse il controllo della Nuova Guinea Olandese incorporandola nello stato indonesiano con il nome di Irian Jaya. La Papua Nuova Guinea ottenne l'autogoverno nel 1973 e la piena indipendenza nel 1975. Nonostante la conquistata indipendenza, la terra dei Papua rimane martoriata dalle persecuzioni che compie l'esercito Indonesiano, specialmente con lo scopo di trovare nella Nuova Guinea risorse da attingere dalle foreste.
Per entrare nella questione,  secondo Amnesty International, le forze di sicurezza Indonesiane forniscono protezione alle aziende nazionali e transnazionali che operano nella West Papua e contemporaneamente si rendono responsabili di gravi violazioni di diritti umani. L'estrazione mineraria e la deforestazione hanno provocato danni ambientali e leso i diritti delle popolazioni indigene. Coloro che rivendicano i diritti sulla terra sono spesso accusati di essere ribelli o separatisti. Un rapporto dell'ICG(International Crisis Group, organizzazione per la prevenzione dei conflitti nel mondo) sostiene che ci sia una stretta connessione tra l'estrazione di risorse naturali, gli interessi finanziari dell'esercito e gli attuali conflitti nella West Papua. Il WWF esprime preoccupazione per il previsto aumento delle piantagioni di palma da olio nei prossimi anni, che potrebbe incrementare il già alto tasso di deforestazione in Indonesia, il che porta danni sia sulle specie animali che vi vivono, sia sugli indigeni che vi si sono stabiliti e che si vedono privati ogni giorno di più dall'unica cosa che spesso fornisce loro una protezione:la fitta foresta della Nuova Guinea.
In seguito a questa situazione, ovviamente non sono stati pochi i movimenti nati in protezione dei Papua; nel Dicembre 2002, Amnesty International ha denunciato le violazioni di diritti umani connesse alle attività economiche nella West Papua (in passato conosciuta anche come Iran Jaya). L'organizzazione ha chiesto al governo di Jakarta e alle multinazionali che conducono attività economiche nella West Papua di rispettare e tutelare i diritti umani.
 Militanti del Free Papua Movement.

Alla questione ambientale, infatti, si affianca anche quella della violazione dei diritti degli uomini Papuasi, che si vedono anche discriminati, probabilmente dagli indonesiani, anche se non si è capito con certezza chi ha compiuto incidenti come le recenti uccisioni del personale della miniera di oro e rame della multinazionale Statunitense Freeport da parte di gruppi armati non identificati, assieme alle accuse secondo cui i membri dell'esercito Indonesiano (che guarda caso forniscono protezione militare alle multinazionali) sono responsabili delle violazioni di diritti umani contro le popolazioni locali. Per quanto riguarda la storia dei movimenti papuasi contro le discriminazioni,nel 1962, con un accordo mediato dagli USA, il governo del territorio fu trasferito temporaneamente alle Nazioni Unite prima di essere ceduto all'Indonesia nel Maggio 1963. L'accordo prevedeva un referendum monitorato dall'ONU per confermare o respingere l'annessione all'Indonesia. La votazione si svolse nel 1969, confermando l'annessione. Tuttavia, il risultato e' considerato fraudolento da gran parte dei Papuani.
Come conseguenza di, specialmente, questi avvenimenti, nacque i
l Free Papua Movement (OPM) e il suo braccio armato (TPN); Il movimento di indipendenza esiste dalla fine degli anni '60: consiste in piccoli gruppi armati con frecce e altre armi semplici. Il gruppo ha compiuto attacchi sporadici soprattutto contro l'esercito e le forze di polizia, sebbene i civili siano stati talvolta vittime di abusi come uccisioni o sequestri. Le operazioni di contro insurrezione da parte delle forze di sicurezza Indonesiane contro il movimento sono sfociate in gravi violazioni di diritti umani, come esecuzioni extra-giudiziarie, "scomparse", tortura e detenzioni arbitrarie. Amnesty, è intervenuta anche su questo; non prende posizione sullo status politico della Papua, ne' sull'esistenza delle operazioni commerciali. L'organizzazione chiede solo il rispetto e la protezione dei diritti umani di coloro che vivono nella provincia e chiede che tali diritti non dovrebbero essere ignorati per il raggiungimento di obiettivi politici o messi in secondo piano per lo sviluppo economico.
Oltre a gravi problemi politici, quindi, i Papuasi si trovano a dover affrontare gravi problemi ambientali causati dagli indonesiani, e la questione rimane scottante.

                     

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