In questi ultimi anni sono usciti  libri, film e documentari che cercano di avvertirci delle conseguenze del surriscaldamento globale. Osservandoli si nota come tutti questi arrivino alle stesse conclusioni disastrose: se andremo avanti così non avremo neanche più una terra dove abitare.


Locandina del film "Una scomoda verità"

una scomoda verità
'' Una scomoda verità '' è un film-documentario di Al Gore, vicepresidente degli Stati Uniti dal 2000 al 2004 nonché vincitore del premio Nobel per la pace e il premio Oscar come miglior film documentario.
Il film-documentario, An Inconvenient Truth passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici. Attraverso una presentazione diffusa in tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra. Il film integra scene in cui vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia. Per esempio, Gore discute dei rischi che comporterebbe lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia, come l'innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che costringerebbe oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra. I ghiacci sciolti della Groenlandia, a causa della loro minore salinità, potrebbero interrompere la Corrente del Golfo e scatenare un drammatico calo delle temperature in tutto il nord Europa. Nell'impegno a spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, il film mostra le variazioni di temperatura e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. L'Uragano Katrina viene preso come esempio di ciò a cui stiamo andando incontro se la società continuerà di questo passo.
Il ritratto è sconfortante e per questo "scomodo"; scomodo per i governi, che al momento fanno finta di non vedere e scomodo per
 le persone che pensano non ci siano limiti allo sviluppo. Una scomoda verità sconfina addirittura dal documentario; è un cine-notiziario realistico quanto agghiacciante.
Le basi scientifiche su cui lo studio e la presentazione di Gore si fondano - cioè che il riscaldamento globale è un fenomeno reale e grave, e dovuto in massima parte alle attività umane - sono confermate da molteplici ricerche.
Al Gore è polemico anche con i mass media che spesso credono che sia possibile cambiare la realtà e guidare l'opinione pubblica, piuttosto che avere l'obiettivo di rivelare la verità.

sei gradi possono cambiare il mondo
Sei gradi possono cambiare il mondo è un documentario del National Geographic Channel, in onda su Sky, è ispirato al libro six degrees (di Mark Lynas) che, grazie a ricerche scientifiche e complessi modelli climatici, descrive quello che potrebbe accadere se continuasse l'attuale emissione di gas serra e spiega come con soli sei gradi in più rispetto alla temperatura attuale i disastri possano essere enormi e irreversibili.


Il film della National Geographic "sei gradi possono cambiare il mondo"

+ 1 grado
• L’Artico potrebbe essere privo di ghiaccio per metà dell'anno, determinando l’apertura alle navi del leggendario passaggio a Nord Ovest
• L’innalzamento dell’acqua potrebbe sommergere migliaia di case nel Bengala.
• Gli uragani inizierebbero a colpire il Sud Atlantico
• Prolungati periodi di siccità negli Stati Uniti occidentali potrebbero causare riduzioni nel mercato mondiale di grano e carne
• Potrebbe verificarsi cambiamenti nell'agricoltura in Gran Bretagna, dove iniziano ad essere coltivate colture prima inesistenti. Attualmente il Regno Unito ha più di 400 vigneti con un tipo di uva che cresceva solitamente in Francia.

+ 2 gradi
• Si accelererebbe lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia
• A causa della riduzione del ghiaccio nei mari gli orsi polari diventerebbero una specie a rischio
• La foresta inizierebbe a crescere nella tundra canadese
• L’arcipelago di Tuvalu, nell’Oceano Pacifico, verrebbe completamente sommerso
• E’ possibile che la maggior parte della barriera corallina dei tropici scompaia

+ 3 gradi
• Molti scienziati ritengono che l’aumento di tre gradi rappresenti il punto di svolta che cambierebbe in maniera radicale la vita sul nostro pianeta
• La foresta pluviale dell’Amazzonia potrebbe subire numerosi cicli di siccità e incendi. Centinaia di milioni di tonnellate di anidride carbonica verrebbero rilasciate nell’ambiente, causando un ulteriore incremento di un grado della temperatura.
• La neve su quasi tutte le vette Alpi scomparirebbe.
• In Europa Centrale si avrebbero temperature che attualmente si registrano in Medio Oriente e in Nord Africa
• Potrebbero verificarsi uragani di una nuova categoria, la sesta.

+ 4 gradi
• Il livello degli oceani continuerebbe a salire, sommergendo le popolazioni che vivono lungo i delta dei fiumi. Paesi come il Bangladesh e l’Egitto sarebbero devastati e città come Venezia potrebbe scomparire sotto l'acqua.
• Lo scioglimento delle nevi dell’Himalaya, che forniscono l’acqua al fiume Gange, scatenerebbe inondazioni mai viste. Successivamente, una volta completamente sciolto il ghiacciaio himalayano, la siccità e le carestie potrebbero diffondersi su tutta la regione.
• Secondo alcuni studi, nel 2035 non ci sarebbero più i ghiacciai dell’Himalaya e più di un miliardo di persone perderebbe la sua fonte di acqua dolce
• Il Nord del Canada diventerebbe una delle zone più fertili del pianeta.
• Il livello dei mari potrebbe crescere di oltre un metro con conseguenze catastrofiche per le più grandi città costiere.

+ 5 gradi
• Al posto delle fasce temperate dei due emisferi si creerebbero due enormi zone inabitabili
• Le falde acquifere che riforniscono città come Los Angeles, Il Cairo, Lima o Bombay si prosciugherebbero.
• A causa di tutti questi effetti climatici sarebbero diverso milioni i rifugiati costretti a lasciare le aree dove abitano, rese oramai inospitali, scatenando possibili conflitti per il controllo delle scarse risorse presenti sulla Terra

+ 6 gradi
• Il pianeta ritornerebbe al periodo del Cretaceo (144-65 milioni di anni fa), quando le temperature erano molto più alte di adesso
• Privi di sostanze nutritive, gli oceani potrebbero apparire completamente blu
• I disastri naturali sarebbero all’ordine del giorno e alcune delle più grandi città sarebbero abbandonate o sommerse dall’acqua.


Locandina del film "The day after tomorrow"

the day after tomorrow
Durante un convegno ecologico mondiale sul surriscaldamento, Jack Hall, climatologo statunitense, tenta di mettere in guardia gli studiosi e i politici di tutto il pianeta comunicando le conclusioni a cui è giunto lo staff in Antartide, dove durante il prelievo di alcune carote di fondo, si stacca una calotta di ghiaccio grande quanto lo stato del Rhode Island: il surriscaldamento globale sarà la causa della nuova Era Glaciale. Infatti il clima temperato che permette la vita nell'Emisfero Nord esiste grazie alla corrente del Golfo, che a sua volta esiste grazie a un delicato equilibrio fra acqua dolce e salata. Con lo scioglimento della calotta polare artica quest'equilibrio verrebbe alterato e una volta raggiunto il punto critico di desalinizzazione la corrente cesserebbe di esistere. Questo fenomeno si è già verificato in passato, come si è scoperto dalla diversa concentrazione di gas serra nei vari strati di ghiaccio delle calotte polari.
Hall cerca di convincere i grandi Capi di Stato e in particolare lo staff del presidente degli Stati Uniti del pericolo, ma si sente rispondere che l'economia è troppo debole e non ci si può permettere di investire in teorie così fantasiose.
Hall è riuscito a prevedere questo mutamento climatico, ma ignora quando potrà avvenire, immaginando che debba accadere dopo 100, forse 1000 anni. Invece questo fenomeno è molto più imminente: incomincia solo pochi giorni dopo la conferenza.
La nuova era glaciale comincia, manifestandosi con grandine, uragani, piogge torrenziali tanto abbondanti da far traboccare i tombini, improvvisi abbassamenti di temperatura nei mari, neve, ghiaccio, i livelli degli oceani si alzano di interi metri in pochi secondi e si verificano onde anomale a Manhattan: la temperatura si abbassa tanto da congelare il carburante nei serbatoi degli elicotteri (-100°C/-150°F). Tutti gli animali a cui è stato possibile, sono fuggiti verso sud; gli animali chiusi in gabbie si sono lamentati finché il loro istinto di sopravvivenza non ha permesso anche a loro di fuggire.
Le tempeste risucchiano aria gelata dalla troposfera e la trasportano fino a terra tanto velocemente che questa non ha il tempo di scaldarsi: all’interno dell’occhio del ciclone si arriva a un calo di temperatura di 10°C al secondo.
Hall viene convocato dal presidente, disposto ora ad ascoltarlo, e il climatologo mostra le disastrose conclusioni a cui è arrivato: concluse le tre "tempeste" che si stanno già sviluppando su Scozia, Canada settentrionale e Siberia, l'emisfero nord sarà completamente ghiacciato. Il principio che regola le tempeste prevede che continuino finché lo squilibrio che le ha generate non cessa. In questo caso si parla di un riassetto globale. Alla fine della tempesta neve e ghiaccio avranno ricoperto l’intero emisfero nord. Neve e ghiaccio rifletteranno la luce solare, l’atmosfera si ristabilizzerà, ma con una temperatura media vicina ai valori dell’ultima era glaciale.
A questo punto l'unica soluzione è che tutti quelli al di sotto del 40° parallelo nord si rifugino in Messico; gli altri non potrebbero farcela e se si trovassero per strada durante l'uragano morirebbero congelati in pochi secondi: per loro l'unica speranza è chiudersi in casa e bruciare tutto ciò che può essere bruciato. Detto questo Hall si mette in viaggio verso Manhattan, città che aveva appena catalogato tra quelle "senza speranza", per cercare di raggiungere suo figlio.
Il governo americano è stato contrario a questo film e ha a lungo cercato di impedire che uscisse.
Alla fine del film il mondo è ricoperto di ghiacci fino al 32° parallelo nord.

Dovremo provare più umiltà davanti al potere distruttivo della natura.

Per molti anni siamo andati avanti a sfruttare le risorse naturali del pianeta con l’illusione di non poter subire conseguenze. Ci sbagliamo.