Una tigre. |
Cos'è un ecosistema?
La Terra è composta di tre sfere fisiche: la litosfera (masse continentali),
l'idrosfera (superfici oceaniche) e l'atmosfera. Oltre a queste tre sfere gli
scienziati ne riconoscono una quarta, organica, costituita dall'insieme degli
esseri viventi e degli ambienti che li ospitano: la biosfera. La biosfera non è
un vero è proprio componente del nostro pianeta, ma si compenetra con le altre
tre sfere; infatti essa ingloba l'idrosfera e comprende anche la parte inferiore
dell'atmosfera e la litosfera. Le tre sfere inanimate non si limitano a
contenere forme di vita, in quanto esistono relazioni fra gli esseri viventi e
l'ambiente inanimato che li ospita. Infatti, per esempio, piante e animali non
possono fare a meno ne dell'acqua, ne dell'ossigeno; la stessa litosfera è in
relazione con gli esseri viventi nel processo di formazione delle rocce
sedimentarie, tanto che intere montagne sono formate da gusci di organismi
marini (per esempio le Dolomiti).
L'esistenza di relazioni fra il mondo inanimato e quello degli esseri viventi
fa sì che la terra possa essere considerata un sistema; la geografia definisce
geo-sistema quel complesso di relazioni che abbraccia l'intero pianeta,
coinvolgendo la materia inanimata delle tre sfere e gli esseri viventi della
biosfera. Dal punto di vista dell'ecologia il geo-sistema può anche essere
definito come ecosistema terrestre; la parola "ecosistema", infatti, indica il
sistema composto da un ambiente (da cui il prefisso "eco") e dalle comunità
animali e vegetali che lo abitano. L'ambiente, con le sue componenti inanimate
quali il suolo, l'acqua, l'aria ecc., rappresenta la componente non
vivente dell'ecosistema; gli organismi ne formano la componente vivente. L'ecosistema terrestre è composto da innumerevoli ecosistemi minori:
alcuni sono piccoli -per esempio uno stagno o un bosco-, altri addirittura
minuscoli, come un semplice tronco d'albero popolato da insetti e piante
parassite. Esistono, però, anche ecosistemi di grandi dimensioni, che
corrispondono ai grandi ambienti naturali (o biomi): la savane, le foreste
tropicali, le praterie, le foreste boreali, ecc.
Vari tipi di ecosistemi
Gli ecosistemi vengono suddivisi in ecosistemi terrestri (epigei e ipogei, cioè
superficiali o sotterranei) e acquatici (marini, di acqua salmastra e di acqua
dolce).
Tra i principali ecosistemi terrestri si hanno quelli artici e alpini
(caratterizzati da climi rigidi e dall'assenza di alberi d'alto fusto), i vari
tipi di foresta (dalla foresta pluviale - equatoriale sino alla foresta
boreale), le praterie, la savana, le aree semiaride e i deserti. Tra i
principali ecosistemi di acqua dolce si annoverano i laghi, i fiumi e le paludi.
Esistono, poi, ecosistemi "misti" che sono in parte terrestri e in parte
acquatici, come le foreste tipiche delle zone paludose o le pianure alluvionali,
soggette a mutam macchia fitta, boscaglia, fiumi, corsi d'acqua e
laghetti "stagionali"). Anche le regioni oceaniche più ricche di organismi
viventi sono state suddivise in una serie di grandi ecosistemi marini,
comprendenti ognuno svariati tipi di habitat. Ad esempio, sono considerati
grandi ecosistemi marini il Mar Nero, la corrente del Benguela (una corrente
fredda che tocca le coste sud occidentali dell'Africa) e le acque del golfo del
Messico. Enti stagionali legati alla dinamica delle precipitazioni.
Tra i principali ecosistemi marini si annoverano le barriere coralline, le
formazioni a mangrovie, i fondali marini, le spiagge, le falesie, le acque
profonde degli oceani, gli ancora inesplorati fondi oceanici e le fosse
abissali.
Con il termine ecosistema vengono definite anche vaste aree geografiche
comprendenti una grande varietà di habitat differenti, legati gli uni agli altri
da una serie di processi e cicli ecologici. Ad esempio, la regione del parco del
Serengeti - Seronera (situata nell'Africa orientale) viene spesso considerata
come un unico ecosistema, composto da un gran numero di habitat differenti.
La volpe delle nevi. |
L'ecosistema terrestre
e l'ecosistema marino:
Ecosistema terrestre
Le temperature fredde, la calotta di ghiaccio che copre il 98% della superficie
del continente e le variazioni estreme dell’irraggiamento solare ( nel semestre
d’estate il sole non tramonta mai e in quello invernale non sorge mai ) rendono
l’ambiente dell’Antartide del tutto inadatto allo sviluppo delle forme di vita
complesse.
La flora e la fauna crescono solo nelle aree costiere, dove si trova la maggior
parte delle terre non coperte dai ghiacci e le condizioni climatiche sono meno
severe. Per queste ragioni, l’ecosistema terrestre è assai povero.
E’ caratterizzato infatti dall’assenza di alberi, arbusti e prati. Il suolo,
nelle aree non coperte dal ghiaccio, è in genere ghiaioso e privo di humus, per
la scarsa umidità e l’eccessiva salinità. Ciò costituisce un ostacolo quasi
insuperabile per lo sviluppo delle piante. Due sole specie, presenti in un
limitato numero d'esemplari nella Penisola, sono fanerogame e fioriscono: sono
la Deschampsia Antartctica e la Colobanthus Crassifolius.
Tutte le altre specie vegetali sono crittogame, cioè non generano semi e si
riproducono per mezzo delle spore. Sono alghe, muschi e licheni: sono molto
diffuse e se ne contano numerose specie diverse. Poche sono le specie di
insetti, di dimensioni microscopiche. Non vi sono rettili né mammiferi terrestri
e tutti gli animali superiori, come le foche, i pinguini e gli uccelli,
appartengono all’ecosistema marino.
Fondale marino. |
Ecosistema
marino
Mentre l’ecosistema terrestre consente la sopravvenga solo di poche comunità
isolate, l’ambiente costiero e oceanico è al contrario molto ricco di piante e
di animali e costituisce un ecosistema marino ben sviluppato e strutturato. La
fonte di questo dinamismo è l’elevata produttività dell’oceano Antartico, dovuta
alla Corrente Circumpolare. Essa apporta infatti un rifornimento continuo di
acqua calda e ricca di sostanze nutritive, proveniente dalle latitudini più
basse, e assicura il costante ricambio dell’ossigeno.
Queste condizioni favoriscono lo sviluppo del “ plancton ”, che è il prodotto
primario dell’oceano e lo stadio più basso della catena del cibo in Antartide.
Il plancton è formato da un grandissimo numero di microrganismi, sia vegetali
(fitoplancton) che animali (zooplancton), che si trovano a mezz’acqua nel mare.
Possono muoversi solo verso l’alto e il basso, per avvicinarsi o allontanarsi
dalla superficie marina e dalla luce.
La dislocazione e il movimento delle masse di plancton sono perciò determinate
unicamente dalle correnti marine. Il fitoplancton è composto da alghe
microscopiche, per lo più unicellulari, e da protozoi che si nutrono
dell’energia solare. Lo zooplancton è formato da piccolissimi animali sia
erbivori che carnivori.
Il parco di Yellowstone, negli USA. |
Feedback negativi e positivi
Tutti gli ecosistemi tendono a mantenersi stabili nel tempo attraverso
meccanismi di autoregolazione (feedback negativi), che entrano spontaneamente in
funzione quando intervengono alterazioni dell'equilibrio naturale. Per esempio,
sono meccanismi di questo tipo quelli che in una prateria controllano la
disponibilità di cibo e il numero di consumatori: infatti, a una grande
disponibilità di foraggio segue un incremento della natalità degli erbivori, ma
quando il loro numero diventa eccessivo e il cibo scarseggia, si verifica un
incremento della mortalità, che riduce nuovamente la popolazione degli erbivori;
a questo punto aumenta la disponibilità di cibo, avviando un nuovo ciclo di
crescita della popolazione. Questi meccanismi funzionano solo se lo squilibrio
si mantiene entro certi limiti. In caso contrario, entrano in funzione
meccanismi opposti (feedback positivi), la cui azione tende ad accentuare lo
squilibrio intervenuto. Pensiamo, per esempio, a una foresta tropicale rasa al
suolo dall'uomo: venuta meno la copertura vegetale, le piogge erodono
rapidamente il suolo, la cui mancanza impedisce alle piante di crescere
nuovamente. Dunque l'ecosistema forestale, sottoposto a un'alterazione
eccessiva, non è più capace di ritornare alla condizioni iniziali, ma si
trasforma in savana o in deserto; sono proprio fatti simili a questo a
costituire le problematiche ambientali verificatesi negli ultimi anni.
Energia ed ecosistemi
Le relazioni che intercorrono fra gli elementi di un sistema richiedono un
continuo apporto di energia. Quella che alimenta il geo-sistema è fornita quasi
esclusivamente dal Sole, dato che il contributo di altre fonti energetiche, in
particolare del calore liberato dalle regioni vulcaniche (energia geotermica), è
assolutamente trascurabile. La maggior parte dell' energia solare che raggiunge
il suolo va a riscaldare le terre emerse, le acque oceaniche e l'aria,
provocando il movimento delle correnti marine e dei venti. Una parte notevole,
inoltre, viene utilizzata per l'evaporazione di grandi masse d'acqua, che in
seguito daranno vita alle precipitazioni e alla discesa delle acque verso il
mare (energia idraulica). Solo una minima parte dell' energia solare viene
direttamente assorbita dalla biosfera, attraverso i processi di fotosintesi.
Questi trasformano l'energia luminosa in energia chimica che accumulano nel
legno e nelle altre sostanze che producono, rendendola disponibile per gli
animali che se ne cibano: Questa energia ritorna poi all'ambiente attraverso
processi opposti alla fotosintesi, quali la respirazione o mediante la
combustione di tutti i prodotti di origine organica (legno o combustibili
fossili).