Il concetto di America Latina,
benché
complesso e poco
unitario data la disparità delle nazioni che ne fanno
parte, non essendo né totalmente geografico né
omogeneamente culturale, permette tuttavia di inglobare in
una categoria riconosciuta e definita una regione che
condivide certi elementi essenziali e un destino comune:
la propria appartenenza all' area periferica del sistema
capitalista, la prossimità e l'influenza degli Stati Uniti
e le caratteristiche storico-culturali che la fanno
<<essere>> un terzo Occidente.
DALLA METÁ DEL SECOLO XX FINO AGLI ANNI NOVANTA
Tra il dopoguerra e gli anni Settanta a livello politico,l'inizio del secondo dopoguerra in America Latina segnò un'
Logo dell' OEA |
evoluzione verso regimi di tipo democratico, evoluzione tuttavia sfumata a causa dell'inasprimento provocato dalla guerra fredda, nel cui contesto gli Stati Uniti adottarono nuove strategie rispetto all' America Latina stessa. La dottrina della difesa globale permise l'interventismo nordamericano sin dagli inizi del conflitto bipolare, stravolgendo così le aspettative create nel dopoguerra riguardo i progressi democratici nella regione. Mentre l' OEA fu uno dei pilastri fondamentali sui quali si resse il concetto di sicurezza globale preconizzata dagli Stati Uniti, un altro dei nuclei di detta concezione strategica e politica fu la costituzione del Trattato interamericano di assistenza reciproca nel 1947. Gli Stati Uniti prevennero così una possibile evoluzione dell'America Latina verso il socialismo, timore acutizzato dalla rivoluzione cubana e dal suo possibile contagio al resto delle nazioni dell'emisfero. Per questo motivo, nel 1954 gli Stati Uniti invasero il Guatemala e rovesciarono il governo radical-nazionalista di Jacobo Arbenz Guzmàn, che aveva dato ordine di espropriare e nazionalizzare la United Fruit Company, una compagnia statunitense che controllava gran parte del terreno agricolo guatemalteco. Arbenz aveva proseguito la riforma agraria già iniziata, e tale riforma scatenò il conflitto con la United Fruit, le cui proteste verso il governo guatemalteco furono appoggiate dagli USA. Di conseguenza, la X Conferencia Internacional de Estados Americanos emanò la Declaraciòn de Caracas, che firmarono tutti gli stati eccetto il Guatemala. Con questa dichiarazione si cercava di legittimare l'intervento statunitense in Gutemala; si dichiarò che la trasformazione comunista delle istituzioni di uno stato latinoamericano avrebbe implicato una minaccia per la pace dell'America nel suo insieme. Il governo dittatoriale instaurato nel 1954 perpetrò gravi violazioni ai diritti umani, tra cui: la soppressione delle garanzie costituzionali, l'incarcerazione e la tortura, la destituzione di funzionari statali, la repressione delle organizzazioni contadine e operaie e dei partiti politici dell'opposizione. Decine di persone contrarie al regime del generale Carlos Castillo Armas furono costrette all'esilio. Sempre nel 1954, all'interno del concetto di sicurezza globale di cui sopra, avvenne in Paraguay il colpo di stato di Alfredo Stroessner, il cui governo generò gravi violazioni dei diritti umani durante la sua lunga dittatura (1954-1989). Solo dopo molti anni di convulsione politica e di lotte civili, nel 1950 si era arrivati alla pacificazione del paese. Ma l'intesa tra l'Argentina di Juan Peròn e il governo paraguaiano di Federico Chaves non fu vista di buon occhio dagli Stati Uniti. Questo favorì il colpo di stato capeggiato da Stroessner; la dittatura paraguaiana aumentò i livelli di ingiustizia sociale e accrebbe smisuratamente il debito estero, permettendo una maggiore influenza dei creditori stranieri sul paese. Con il nome di El Bogotazo si ricorda una rivolta sociale di particolare gravità in Colombia, nel 1948, dove ci furono centinaia di morti oltre a incendi e saccheggi in città. Si aprì allora un periodo di violenza che si trasformò in un aspetto strutturale caratteristico del paese.
Ernesto Che Guevara |
Tra il 1950 e il 1953, il governo di ispirazione
franchista capeggiato da Laureano Gòmez perpetrò in
Colombia gravi violazioni ai diritti umani, con sequestri
e fucilazioni di massa, e ricorrendo allo stato d'assedio
come pratica abituale; il paese si preparò così a uno
scontro che sarebbe durato anni, causando decine di
migliaia di morti.
Nel frattempo in bolivia si era propiziata la tendenza
democratica, ma nel 1964 Paz Estenssoro pose fine a ciò e
inaugurò un periodo di repressione. In questo periodo in
Bolivia era presente la guerriglia di Ernesto Che Guevara,
che voleva estendere la rivoluzione a livello
continentale, ma venne assassinato nel 1967.
La dittatura di Fulgencio Batista, iniziata nel 1952,
aveva scatenato un movimento di opposizione
rivoluzionaria(guidato da Fidel Castro) che culminerà con
il suo trionfo nel 1959. Molti sostenitori della dittatura
furono giustiziati dai rivoluzionari nel 1959, senza un
regolare processo. Nel 1961 si dichiarò il carattere
socialista della rivoluzione cubana e si strinsero vincoli
con l'Unione Sovietica. A partire dalla rivoluzione cubana
e dallo scontro con la dottrina statunitense, gli USA
lanciarono la proposta dell'Alleanza per il Progresso,
cercando di contrastare, mediante politiche basate sullo
sviluppo, i pericoli dell'avanzata del comunismo
dell'emisfero. Diversi paesi dell' America Latina
subiscono colpi di stato di tipo preventivo il cui
obiettivo è evitare l'estendersi della rivoluzione
comunista.
Tra gli anni Trenta e i Cinquanta, la scena politica in
Brasile è dominata dai governi populisti di Getùlio
Vargas. Durante il varghismo venne incarcerata
l'opposizione e fu praticata la tortura. Con l'elezione di
Janio Quadros la crisi economica precipitò, accompagnata
dalla crescente inquietudine popolare di fronte
all'assenza di riforme. Quadros abdicò e il
vicepresidente, Joao Goulart, si fece carico del governo,
oscillando tra la difesa dei lavoratori, che lo
appoggiavano, e la necessità di contenere l'inflazione,
all'interno di una grave perdita di controllo
dell'economia. Le forze conservatrici risposero con un
colpo di stato appoggiato dagli USA, nell' Aprile del
1964, che inaugurò una dittatura militare per i successivi
21 anni. Migliaia di persone vennero torturate,
incarcerate, obbligate a rifugiarsi all'estero,
licenziate, represse nei propri diritti. Gli Squadroni
della Morte, organizzazioni paramilitari già presenti nel
decennio precedente, operarono eliminando gli oppositori
politici.
L'Argentina fu un altro dei paesi latinoamericani in cui
si susseguirono colpi di stato nel corso degli anni
Sessanta. Il modello di militarismo instaurato in Argentina e in Brasile in
questi anni corrisponde ad un tipo militarista permanente che permetterà di
includere questi paesi nella categoria delle <<repubbliche pretoriane>>.
é possibile distinguere quattro tipi di regimi militari negli anni Sessanta e
Settanta in America Latina: il primo luogo vi sono i regimi <<patrimoniali
familiari>>, in secondo le dittature <<riformiste>>, in terzo i regimi
<<democratici per lo sviluppo>> ed infine in quarto luogo i regimi <<terroristi
e neoliberali>>.
TRA GLI OSCURI ANNI SETTANTA VERSO LA DEMOCRAZIA DEGLI ANNI NOVANTA
Partido Revolucionario Insitucional |
L'America Latina passa, nel suo insieme, da 204,5 milioni di abitanti nel 1960 a 274,4 nel 1970. Intanto, sul piano economico, il debito estero latinoamericano sale a 200.000 milioni di dollari agli inizi degli anni Ottanta. Sul piano politico, se nel decennio 1970-1980 emergono i primi regimi di stato terroristi, con l'inizio degli anni Ottanta avviene la democratizzazione di gran parte dei paesi latinoamericani, dovuta a fattori endogeni, ma anche, in parte, al cambio di strategia degli Stati Uniti di fronte allo scarso successo internazionale riscosso dal loro appoggio alle dittature latinoamericane della decade precedente. Nel decennio iniziante nel 1970 si inaugurarono anni tragici per l'America Latina, segnati da gravi violazioni dei diritti umani. Mentre la protesta sociale sostenuta in Messico dai settori studenteschi per contrastare l'intransigenza del governo conservatore del Partido Revolucionario Institucional provoca una cruenta repressione con un bilancio di circa 300 morti, nell'America centrale si assiste all'istituzionalizzazione della violenza statale e al sorgere della guerriglia. Nella parte meridionale del continente, intanto, ci sono colpi di stato in Uruguay, Cile e Argentina. In Bolivia nel frattempo inizia la repressiva dittatura militare del colonnello Hugo Banzer Suàrez. Le forme di violazione dei diritti umani furono numerose e diverse, tra cui: la guerra psicologica, diverse forme di tortura, sparizioni di massa, sequestri, violenze sessuali, scariche elettriche, bruciature, mutilazioni, asfissia, fucilazioni, minacce. Un'altra forma particolarmente aberrante di tortura consisteva nel sottomettere i prigionieri a vessazioni di fronte a familiari o amici: torture di donne gravide davanti ai mariti, torture di genitori di fronte ai figli. Ci furono anche molte sparizioni che avvennero mediante la modalità dei <<voli della morte>>, essendo i prigionieri (vivi o narcotizzati con iniezioni applicate dai medici al servizio delle forze armate), gettati da aerei nelle acque del Rìo de la Plata.
TRA IL 1990 E I GIORNI NOSTRI
Durante gli anni Novanta si assistette all'emergere o al consolidarsi di regimi
democratici nei paesi che erano stati sottoposti a dittature durante i decenni
precedenti. Si costituirono in questo periodo, negli stati e nella società
civile, commissioni di investigazione sulle violazioni dei diritti umani
commesse nel passato.
Tuttavia, malgrado alcuni apporti positivi generati da dette commissioni, quali
la <<scoperta di una verità>> nascosta per anni, con l'individuazione generale
degli implicati, vengono omessi i nomi dei colpevoli (eccetto nel caso
argentino) e anche l'identificazione delle vittime e la riparazione almeno
parziale del danno causato.
Negli ultimi quindici anni il movimento per i diritti umani, sorto negli anni
Settanta in America Latina, si è notevolmente rafforzato con nuove richieste di
verità e giustizia rispetto ai crimini commessi nel passato dittatoriale.
Negli anni Novanta le rivendicazioni si sono ampliate, tanto da accogliere anche
la difesa dei diritti delle seconde e terze generazioni.
SVILUPPI RECENTI
Fondo Monetario Internazionale |
Il mondo è cambiato in modo sostanziale negli anni Novanta, come conseguenza
della caduta del blocco comunista e con la trasformazione degli Stati Uniti in
unica grande potenza mondiale a livello economico e militare. Durante il
decennio 1990-2000, reiterate crisi colpirono l'America Latina.
Il dicembre 2001 fu segnato, in Argentina, da una crisi finanziaria ed economica
accompagnata da una crisi sociale senza precedenti. Il Fondo Monetario
Internazionale, che orienta la politica economica internazionale, impose in
Argentina, tra il 1990 e il 2000, la convertibilità con il dollaro, le
privatizzazioni di imprese statali, l'apertura del mercato e la liberalizzazione
finanziaria. L'insieme delle misure adottate generò un enorme deficit che si
tradusse in maggiore indebitamento, particolarmente visibile dal 1995. Infine, a
seguito del crack economico del 2001, scoppiò una violenta crisi sociale, già in
gestazione nel decennio precedente. Il movimento dei diritti umani argentino
denunciò la repressione manifestatasi durante la crisi,in cui morirono 32
persone.
L'ATTUALITà DEI DIRITTI UMANI IN AMERICA LATINA
I supporti giuridici internazionali e regionali che attualmente proteggono i
diritti umani in America Latina sono la Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo e le altre convenzioni internazionali che tutelano i diritti.
Storicamente, mentre i diritti umani della prima generazione affondano le
proprie radici nel secolo dei Lumi, i diritti economici e sociali emergono e
iniziano ad essere rivendicati nel periodo 1919-1939. Attualmente, alle due
anteriori generazioni di diritti, si sommano i cosiddetti diritti di terza
generazione, che tutelano dai problemi derivati dallo sviluppo della scienza e
della tecnica che impongono un ambiente sociale sano, il diritto alla pace e
all'autodeterminazione dei popoli. La nascita delle diverse generazioni di
diritti rimanda ad un momento o ad una situazione di violenza specifica e,
potremo aggiungere, a una presa di coscienza intorno alla problematica proposta,
che si esprime in una crescita giuridica. Al di là di tale crescita giuridica,
diversi movimenti e organizzazioni di diritti umani in America Latina hanno
avuto dagli anni Sessanta, e hanno ancora attualmente, un ruolo importante nella
promozione e nella difesa dei diitti umani.
Durante il periodo di transizione della democrazia, nei paesi già sottoposti a
dittature le rivendicazioni si concentrarono sulla necessità di giustizia e
verità. Durante gli anni Novanta, le proteste riguardanti il passato e l'enfasi
nella memoria del nunca màs (mai più) si accompagnarono a richieste per i
diritti di seconda generazione, nel contesto di una realtà di impoverimento ed
esclusione sociale crescenti. Attualmente, inoltre, molte organizzazioni
raclamano azioni concrete di protezione o riparazione rispetto a diverse
violenze come, per esempio, la dicriminazione fra i generi, la discriminazione
etnica e la discriminazione basata sugli orientamenti sessuali.
Le pratiche politiche, economiche e culturali che generano violazioni dei
diritti umani in America Latina risalgono a tutta la storia, nella misura in cui
la violenza statale, culturale e strutturale si presentano come una costante
indissolubilmente legata alla dominazione economica e sociale inaugurata
prematuramente nell'epoca coloniale e che si trascina fino ai giorni nostri.
Attualmente, la violenza fa parte della vita quotidiana in America Latina. La
violenza si traduce in violazioni dei diritti umani a diverso grado, denunciate
da diverse organizzazioni internazionali e locali.
Numerose sono le denunce da parte di organizzazioni dei diritti umani locali e
internazionali e riguardo delle torture nelle carceri e delle esecuzioni
illegali di poveri nel contesto della criminalizzazione della povertà.
Secondo un documento di Amnesty International del 2005 riguardante l'America,
<<il rispetto dei diritti umani è sempre stato un'utopia per la maggior parte
delle persone>>: si evidenzia in tutto il continente l'esistenza permanente
della tortura, di omicidi da parte della polizia come di detenzioni arbitrarie,
all'interno di un clima di violenza costante, in cui si inseriscono le azioni
dei narcotrafficanti e delle organizzazioni criminali. Quanto alla situazione
della donna, si constata in America Latina la presenza della violenza sessuale
quotidiana.
Tra i movimenti e le organizzazioni sociali con grande incidenza nei processi
sociali, politici ed economici dell'America Latina, risaltano, negli ultimi
anni, i movimenti indigeni e contadini, molti dei quali furono creati decenni
fa.