donna Himba con figlio


donne Herero

Le gravidanze in età adolescenziale hanno spesso inflitto un colpo mortale alle aspirazioni delle giovani africane. Una soluzione a questo problema potrebbe essere l’istituzione di leggi che impongano alle scuole di riammettere le giovani madri.
 


Le ragazze in gravidanza sono
costrette a lasciare la scuola


Si è discusso intensamente questo problema, ma anche oggi, sono pochissimi i paesi che hanno istituito leggi che impongono di riammettere le giovani madri. L’esperienza di questi stati ha evidenziato come il problema non sia solo istituire le leggi adeguate, quanto farle rispettare.
Solo in Zambia 2230 ragazze sono state costrette a lasciare la scuola perché in gravidanza.
Il ministro keniota per l’Educazione la Scienza e la Tecnologia  ha proposto di riammettere una ragazza che dopo aver partorito può tornare a frequentare le lezioni a scuola. Ma la gravidanza in giovane età non è il solo fattore che ostacola una donna africana nel proseguire gli studi. Anche la povertà è un elemento decisivo, poiché spinge i genitori a tenere i figli in casa per aiutare nei lavori domestici e nei campi. Oppure, i bambini vengono mandati a lavorare altrove, per contribuire alle entrate familiari.


la maggior parte delle donne africane
 non è istruita

Più di 200 milioni di bambini nel mondo sono impiegati in vari tipi di lavoro minorile, 68 milioni solo in Africa e 42 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione, il 60% dei quali sono femmine.
Nel caso di famiglie che hanno la possibilità di pagare una scuola, si tende spesso a privilegiare i figli maschi: si pensa che le figlie femmine siano destinate al matrimonio e alla vita familiare e che non necessitino quindi di una istruzione.
L’educazione primaria gratuita è tradizionalmente considerata il modo migliore per superare questo ostacolo. L’educazione gratuita è “una cosa positiva”, ha sottolineato il ministro del Gambia per l’Educazione. Ma bisogna istituire le misure di controllo per “assicurare che anche le bambine si iscrivano a scuola. L’esperienza in Kenya, per esempio, non ha dato risultati del tutto positivi, infatti,  nonostante l’anno scorso sia stata introdotta la scuola primaria gratuita, 1,5 milioni di bambini sono rimasti fuori dal sistema scolastico. Molti di essi sono bambini disabili che trovano le scuole impreparate ad accogliere le loro necessità.

 

Uno studio condotto in Uganda ha dimostrato che le ragazze che hanno le prime mestruazioni abbandonano la scuola per la mancanza di strutture sanitarie. Il senso di estraneità e imbarazzo che accompagna il cambiamento fisico nelle ragazze in età adolescenziale, le spinge a lasciare la scuola.
Josephine Watuulo, assistente all’educazione in Uganda, ha detto che grazie a queste analisi è stato avviato un progetto pilota in 100 scuole di cinque distretti del paese. Il progetto prevede la distribuzione di assorbenti igienici alle ragazze, e la formazione dei docenti, ai quali viene chiesto di parlare con loro del ciclo mestruale. Si è cercato di migliorare le condizioni sanitarie nelle scuole, e in alcune sono stati costruiti bagni separati maschi/femmine. “Da quando sono state adottate queste misure, in Uganda è aumentata la frequenza femminile nelle scuole”, ha detto Watuulo.

Nello spazio dedicato al Marocco è riportata la lettera di una giornalista che ha voluto raccontare la situazione delle donne e la loro posizione, in molti casi rimasta ancora primitiva
 

 


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