Bush e Putin

Gli accordi veri e propri tra Russia e USA sono quelli del disarmo nucleare, a carattere bilaterale (USA-URSS, poi USA-Russia). Significativo è stato il Trattato sulle Armi Nucleari Intermedie (INF, Intermediate Nuclear Forces), firmato da USA e URSS l'8 dicembre 1987 ed entrato in vigore l'1 giugno 1988. Esso prevede l'eliminazione di tutti i missili a terra (di USA e URSS, e ora della Russia), con gittate da 500 a 5500 chilometri. Tali misure sono state prontamente (entro tre anni) e completamente attuate, e hanno comportato la distruzione (verificata) di tutti i missili SS-20 sovietici puntati sull'Europa Occidentale, e di tutti i missili Pershing americani stazionati in Europa nonché di tutti i missili Cruise con base al suolo. Non era invece prevista (per la difficoltà di un'adeguata verifica) l'eliminazione delle relative testate nucleari. Si noti che il Trattato INF, che è tuttora in vigore, comporta una significativa restrizione delle capacità missilistiche di USA e Russia (e paesi ex-URSS), ma dato il suo carattere bilaterale vale solo per tali paesi. Un altro accordo assai importante, anche se non ha la forma di un vero e proprio trattato, ma solo di iniziative unilaterali (ovviamente concordate), sancite da un impegno del presidente Bush senior, e di Gorbaciov prima, e Yeltsin poi, riguarda il settore delle cosiddette "armi nucleari tattiche". Intervenuto nella fase di transizione dall'Unione Sovietica alla Russia, tale accordo ha dato luogo al ritiro, entro i territori rispettivamente di Stati Uniti e Russia, di tutte le armi nucleari "tattiche" basate a terra

missili di ogni tipo; quelli intercontinentali, considerati "strategici", erano già basati all'interno dei rispettivi paesi) e in mare. Ciò ha comportato la completa denuclearizzazione delle flotte americane e russe, con la sola eccezione dei sottomarini aventi l'esclusivo compito di trasportare missili a lunga gittata con testate nucleari (SLBMs, Submarine Launched Ballistic Missiles), considerati armi nucleari "strategiche". Vi è anche un impegno alla effettiva eliminazione di buona parte delle testate nucleari delle armi "tattiche" ritirate. Tutto ciò, peraltro, senza alcuna misura di verifica e senza che tali impegni siano tanto vincolanti quanto lo sarebbe un vero e proprio trattato internazionale. I principali trattati di controllo degli armamenti e disarmo riguardanti le armi nucleari "strategiche" sono: il cosiddetto Trattato ABM (Anti Ballistic Missile), e una serie di trattati le cui diverse sigle (SALT, START, SORT) riflettono una storia lunga e complicata. Il Trattato ABM fu concepito per frenare il riarmo nucleare mediante un reciproco impegno delle due superpotenze nucleari, USA e URSS, a non sviluppare difese antimissilistiche del loro territorio: l'incertezza sull'efficacia di tali sistemi di difesa avrebbe incentivato lo sviluppo e lo schieramento di armi nucleari offensive, stimolando quel ciclo di azioni e reazioni, la corsa al riarmo nucleare, che già aveva portato alla produzione di arsenali spropositati. Il rifiuto da parte dell'attuale leadership statunitense della logica che aveva portato al Trattato ABM, in particolare, della rinuncia ad approntare difese del territorio americano da eventuali attacchi missilistici, ha portato al ritiro americano da questo trattato, che non è pertanto più in vigore. Fortunatamente ciò non ha causato una ripresa del riarmo nucleare, grazie alle mutate circostanze geopolitiche (fine della Guerra Fredda), e alla scarsa efficacia, per obiettive difficoltà tecnologiche, del programma di difesa antimissilistica statunitense. Che comunque è mirato alla difesa contro un arsenale nucleare modesto (sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo), quale quello che potrebbe esser acquisito da uno dei cosiddetti "Stati canaglia" (o, più correttamente, "Stati preoccupanti"). Quanto agli accordi di limitazione e riduzione delle armi strategiche offensive, farne qui una storia dettagliata richiederebbe troppo spazio; ci limiteremo a dire che, a causa del già menzionato scetticismo della nuova leadership americana circa l'utilità di trattati formali di controllo degli armamenti, la versione corrente dell'accordo bilaterale russo-americano è molto meno formalizzata dei precedenti accordi di questo tipo: comporta comunque un impegno reciproco alla riduzione degli armamenti nucleari strategici, che è in corso e dovrebbe continuare nei prossimi anni.


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