Con l'espressione Guerra del Golfo si intende identificare alcuni conflitti avvenuti negli ultimi due decenni del XX secolo che hanno avuto come teatro il Medio Oriente ed in particolare i paesi che si affacciano sul Golfo Persico ossia Iran, Iraq e Kuwait:
La prima guerra del golfo fu combattuta dall' Iraq (sostenuto da un'ampia coalizione di Stati occidentali e arabi) e dall'Iran.
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OBIETTIVI DEI BELLIGERANTI
Per quanto riguarda l'Iraq, Saddam Hussein tentò di approfittare della caotica situazione iraniana creatasi in seguito alla rivoluzione islamica per rivendicare alcuni territori petroliferi iraniani da molti anni in contestazione e per indebolire il prestigio iraniano tra le popolazioni arabe come interprete di una lotta di riscatto dall’occidente. Fu sostenuto dall'Occidente interessato a ridurre la potenza dell'Iran, preoccupato che il fondamentalismo islamico potesse impadronirsi dei paesi arabi e musulmani.
Saddam Hussein, vestito nell’alta uniforme di comandante in capo delle forze armate, dichiarò solennemente il 24 settembre 1980: "La banda di estremisti fanatici che è andata al potere a Teheran ha i giorni contati. Il popolo iracheno ha deciso di riprendersi le terre arabe a occidente di Bassora e di aiutare gli iraniani a rovesciare il regime khomeinista. Questi sono due obiettivi a breve scadenza. Probabilmente entro la fine dell’anno saranno raggiunti."
ANDAMENTO DEL CONFLITTO
13 settembre 1980
Scontri alla frontiera fra Iran e Iraq causano 200 morti.
18 settembre 1980
Si intensificano gli scontri al confine tra Iran e Iraq. L’Iraq intende
conquistare territori a sinistra dello Shatt-el Arab, per il controllo degli
sbocchi nel golfo Persico.
22 settembre 1980
Attacco iracheno alla raffineria iraniana di Abadan. Sui mercati, aumenta il
prezzo del petrolio.
7 maggio 1981
A Baghdad, aerei israeliani bombardano lo stabilimento industriale di Daura nel
quale sospettano che si stia fabbricando un ordigno nucleare.
7 giugno 1981
A Tamuz (Iraq), l’aviazione israeliana distrugge un impianto industriale che
sospetta utilizzato per la produzione di armi atomiche. Israele accusa inoltre
Italia e Francia di collaborare con l’Iraq per la messa a punto di un ordigno
nucleare.
4 maggio 1982
Muore in Iran, per un incidente aereo poco chiaro, il ministro algerino Benyalia.
L’Iran accusa gli iracheni della sua morte.
14 luglio 1982
Scoppiano scontri fra Iran e Iraq sulla via per Bassora.
18 luglio 1982
L’Iran lancia un appello agli stati arabi, perché non vendano armi all’Iraq.
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2 ottobre 1982
A Teheran, un attentato incendiario provoca 60 morti e centinaia di feriti.
Khomeini, in un discorso teletrasmesso, accusa esplicitamente gli Stati uniti e
le sue pedine all’interno del paese. L’obiettivo delle stragi – afferma Khomeini
– è "cercare una ripetuta rivincita per i loro ripetuti fallimenti, colpendo i
poveri e gli oppressi dei quartieri meridionali della capitale…sviare
l’attenzione mondiale dalle sconfitte dell’America e del suo servo Saddam".
L’offensiva irachena è difatti rintuzzata e, nonostante le fortissime perdite
umane, gli iraniani sono penetrati nella zona di Mandali, a 100 km. circa da
Baghdad.
2 febbraio 1983
Aerei iracheni bombardano il giacimento iraniano di Nowruz causando un disastro
ecologico: una immensa chiazza di greggio nel Golfo.
7 febbraio 1983
L’Iran annuncia la ‘offensiva finale contro l’Iraq, alla vigilia
dell’anniversario della rivoluzione.
13 aprile 1983
L’Iraq bombarda un altro giacimento petrolifero iraniano, a 20 km circa da
quello di Nowruz bombardato il 2 febbraio, dal quale continua a fuoriuscire
petrolio che alimenta la chiazza ormai lunga 200 km.
24 luglio 1983
L’Iraq scatena una nuova offensiva contro l’Iran attaccando 9 città.
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dicembre 1983
A Baghdad, Saddam Hussein incontra Donald Rumsfeld, inviato speciale in Medio
oriente del presidente americano Reagan, in vista di un ristabilimento delle
relazioni diplomatiche tra i due paesi che, interrotte nel 1967 in seguito alla
guerra arabo – israeliana, riprenderanno nel 1984. Successivamente, Rumsfeld si
impegnerà in ogni modo a potenziare le vendite di armi americane all’Iraq, tra
cui 115 elicotteri militari.
11 febbraio 1984
L’Iraq attacca la città iraniana di Dezful, mentre le forze iraniane raggiungono
il Tigri.
27 febbraio 1984
L’Iraq bombarda il terminale petrolifero iraniano di Kharg.
16 marzo 1984
In Italia, il responsabile della Dc per le questioni internazionali, Giulio
Orlando, presenta un’interpellanza al governo sulla vendita e l’origine della
produzione di armi chimiche usate dall’Iraq, ed accusa gli americani di
appoggiare Saddam Hussein, responsabile dell’aggressione all’Iran.
13 maggio 1984
L’Iraq sferra un attacco aereo contro la petroliera iraniana Tabriz e una nave
greca. Seguirà nei giorni successivi l’affondamento di petroliere saudite e
kuwaitiane.
14 luglio 1984
L’Iraq firma un accordo economico con l’Urss concernente crediti a lunga
scadenza.
24 agosto 1984
Aerei iracheni colpiscono una petroliera cipriota nel Golfo.
febbraio 1985
A partire da questa data e fino al novembre 1989, come sarà accertato nel 1992
da una inchiesta del Senato americano, la American type colture colletion
company – una società statunitense i cui laboratori sono adiacenti al centro
militare di Fort Detrik – effettua ben 61 consegne di colture batteriologiche
all’Iraq.
12 marzo 1986
A New York, gli esperti delle Nazioni unite confermano in un loro rapporto,
l’uso delle armi chimiche da parte dell’Iraq contro l’Iran.
21 marzo 1986
A Washington, sulla base del rapporto redatto dagli esperti dell’Onu sull’uso di
armi chimiche da parte dell’Iraq contro l’Iran, gli Stati uniti formalmente
deprecano la violazione del protocollo di Ginevra del 1925 da parte irachena; ma
non cessano di aiutare l’Iraq nella guerra, anche chimica, contro l’Iran.
novembre 1986
Il presidente del Parlamento iraniano Rafsanjani rivela i contatti segreti
intercorsi con l’amministrazione Reagan. In Usa scoppia lo scandalo Irangate: si
scopre che, nonostante l’embargo assoluto decretato dal novembre del 1979, il
governo ha venduto armi anche all’Iran, per ottenere fondi neri da destinare
alla guerriglia dei contras contro il legittimo governo del Nicaragua.
23-31 dicembre 1986
L’Iran scatena una controffensiva contro l’Iraq a Bassora e in altre località,
ed accusa nuovamente l’Iraq di aver impiegato armi chimiche, fornite dai paesi
occidentali. L’Iraq per rappresaglia continua a colpire petroliere in transito
nel Golfo, e rivendica un attentato che ha distrutto una caserma nel centro di
Teheran, con centinaia di vittime: secondo gli iraniani peraltro l’esplosione
sarebbe stata accidentale.
24 dicembre 1986
Il settimanale "Oggi" riporta le dichiarazioni di Falco Accame sulle
responsabilità del governo italiano nella produzione di armi chimiche da parte
dell’Iraq: "Abbiamo anche consentito agli iracheni, attraverso la vendita di
elementi per l’agricoltura come defolianti e diserbanti, di produrre armi
chimiche che hanno causato migliaia di morti fra gli iraniani".
6 febbraio 1987
Il quotidiano "Il Manifesto" riporta le accuse lanciate dal settimanale
britannico "Observer" e dal quotidiano francese "Liberation" alla Montedison di
aver costruito in Iraq uno stabilimento per la produzione di un
antiparassitario, a base di fosgene, dal quale può essere ricavato il gas
nervino. La Montedison smentisce.
23 aprile 1987
Il quotidiano "La Repubblica" riporta le dichiarazioni dell’ambasciatore
iraniano che accusa la Montedison di essere "stata una delle fornitrici di
prodotti per la fabbricazione di armi chimiche all’Iraq".
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17 maggio 1987
Nel Golfo, è colpita da un missile per la prima volta anche una nave americana,
la Stark, con la conseguente morte di 37 marines. Nella guerra delle petroliere
sono già 230 le navi colpite dal febbraio 1984; motivo che ha spinto il Kuwait,
bersaglio prevalente di Teheran per l’appoggio fornito all’Iraq, ad appoggiarsi
alle due superpotenze chiedendo ‘protezione’.
2 luglio 1987
L’Iran mette sotto assedio l’ambasciata francese, per ritorsione contro
l’analoga misura disposta contro l’ambasciata iraniana a Parigi e la violazione
dell’immunità diplomatica per Wahid Gordji, sospettato dalla magistratura
francese di coinvolgimento in attentati avvenuti nello scorso settembre. Teheran
esige le prove, che non sono state fornite, e la cessazione dell’assistenza
militare francese all’Iraq.
16 luglio 1987
L’Iran annuncia l’intenzione di rompere i rapporti diplomatici se la Francia
entro 72 ore non porgerà scuse per i maltrattamenti riservati al diplomatico
iraniano, non toglierà l’assedio all’ambasciata e continuerà negli aiuti
militari all’Iraq. Prima della scadenza annunciata, la Francia replica rompendo
per prima le relazioni e chiedendo all’Italia di assumersi la cura dei propri
interessi a Teheran.
luglio 1987
Una risoluzione Onu decreta il cessate il fuoco tra Iraq e Iran, e l’apertura
dei negoziati di pace; l’Iraq la accetta, mentre l’Iran pone come condizione per
trattare la pace che il governo di Saddam sia rovesciato e che sia riconosciuta
a livello internazionale la responsabilità irachena del conflitto, e quindi
rifiuta la risoluzione.
marzo 1988
Ad Halabja (Iraq),l’esercito iracheno attua una feroce repressione interna
contro la popolazione kurda del villaggio, accusata di intesa col nemico,
attaccandola con armi chimiche e provocando la morte di almeno 5000 kurdi. (I
kurdi, divisi e senza patria, spesso perseguitati nei paesi che si sono spartiti
il loro territorio, sono frequentemente risucchiati nei conflitti tra questi
stessi paesi: così, in questa guerra, i kurdi iracheni si sono in genere
schierati con l’Iran e quelli iraniani con l’Iraq).
18 luglio 1988
Il governo iraniano accetta senza porre condizioni la risoluzione delle Nazioni
unite per ristabilire la pace con l’Iraq, in precedenza rifiutata.
8 agosto 1988
Si conclude la guerra fra Iran e Iraq.
Ricavato da "http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Golfo" e da http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=350