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CELTI: Popolazione diffusa nellEuropa
centroccidentale nel corso del I millennio a.C., caratterizzata da una comune cultura che
entrò progressivamente in contatto con il mondo greco-romano. Le fonti classiche usano il
termine Celti (dal greco Kltoi o Kltai, o
Galati, o Galli, per designare una popolazione parlante una lingua indoeuropea.
I toponimi, i nomi di tribù, di persone e di divinità permettono di rintracciare la loro
presenza in unarea compresa tra le isole britanniche, la Spagna e il basso Danubio.
Tutte le tribù avevano in comune lorganizzazione politica, il sacerdozio, le
tradizioni religiose, la lingua e laspetto fisico.
La cultura dei Celti pare si sia formata già verso il III
millennio a.C.
Anche se i Celti rappresentano il più importante nucleo di popolazione dellEuropa
delletà del Ferro, le loro origini certe risalgono alla coltura dei campi di urne
della tarda età del Bronzo, diffusa nellEuropa centrale e orientale tra il 1300 e
l800 a.C. Questa cultura comprendeva genti diverse unite da comuni usanze funerarie.
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Verso il 1000 a.C. iniziò un vasto movimento migratorio a cui
parteciparono anche i Celti, i quali discesero verso le regioni occidentali del continente
europeo, occupando vasti territori dellattuale Francia, della penisola iberica e,
muovendosi poi verso nord, della Britannia e dellIrlanda. Continuando le loro
migrazioni, oltrepassarono le Alpi e giunsero nella parte occidentale della pianura
padana, allora abitata dai Liguri.
Quella avvenuta in Italia non fu uninvasione massiccia, ma continue infiltrazioni di
tribù diverse. Nellampia area lungo il corso del Po fino alla costa adriatica,
regione alla quale i Romani avrebbero in seguito dato il nome di Gallia cisalpina, si
stabilirono gli Insubri, i Cenòmani e i Sénoni. Verso est penetrarono nel territorio
occupato dai Veneti e verso sud raggiunsero invece alcune zone sotto linfluenza
etrusca. Continuarono le loro incursioni in direzione sud.
Gli archeologi dividono la preistoria celtica in fasi che prendono il nome da località
austriache e svizzere dove sono stati reperiti molti oggetti: periodo di Hallstatt
(VIII-VI secolo a.C.) e di La Tène (VI-II secolo a.C.).
HALLSTATT: Questa cultura prende il nome dal sito omonimo
nellAustria settentrionale.
La popolazione hallstattiana divenne ricca e potente grazie allestrazione del
salgemma, una comodità usata per la conservazione del cibo, quindi molto richiesta,
estraendolo da miniere localizzate vicino alla moderna Hallstatt. Oltre a ciò gli
hallstattiani furono abili nelluso e nella lavorazione del ferro, con cui produssero
armi che assicurarono loro il predominio su altri gruppi.
Nel 600 a.C. una colonia celtica sorse vicino a Massilia, lattuale Marsiglia,
fondata da coloni focesi, da dove partivano rotte commerciali per tutto il Mediterraneo. I
Celti locali si arricchirono, e i loro oggetti e la loro tecnologia si diffusero in tutta
Europa.
Il periodo tardo di Hallstatt (VI secolo a.C.) è anche detto "età dei
principi" per le spettacolari sepolture e le imponenti fortificazioni, che appaiono
attribuibili a unimprovvisa ricchezza delle aristocrazie celtiche, tale da
giustificare sia lo sfarzo, sia la necessità di difesa.
LA TENE: Le popolazioni di La Tène, con i loro carri da guerra,
sottomisero gli Etruschi, popolarono la penisola, parte della Grecia e dellAsia
Minore e si spinsero fino alla penisola iberica e alle isole britanniche. Le altre genti
ne erano terrorizzate ma insieme piene di ammirazione per la loro tecnologia, il loro
fervore religioso, la passione per la conoscenza e le loro magnifiche opere darte.
In particolar modo larte fiorì in questo periodo di circa 400 anni; probabilmente
questarte derivò dallincontro di tre tendenze: larte classica del
bacino mediterraneo, lo stile geometrico originario dellarea di Hallstatt e, anche
se in misura minore, alcuni tratti orientali, forse provenienti dallAnatolia
persiana.
Tra il IV e il III secolo a.C. il mondo celtico attraversò un periodo di instabilità,
forse dovuto alla pressione dei popoli nordici, che provocarono una serie di migrazioni: i
Celti penetrarono nel mondo greco-romano, invadendo lItalia settentrionale, la
Macedonia, la Tessaglia, e saccheggiando Roma (390) e Delfi (279), ma qui senza successo,
pur rimanendo nei Balcani. Nel 225 il loro potere cominciò a vacillare in seguito alla
sconfitta inflitta dai Romani a Talamone, e la loro supremazia in Europa cominciò a
declinare, anche se occorsero altri 200 anni prima che Giulio Cesare sottomettesse la
Gallia (58 a.C.) e un altro secolo ancora prima che la Britannia venisse annessa
allImpero Romano.
Ma la loro storia non termina con la conquista romana. I Celti infatti continuarono ad
esistere in tutta Europa e, sebbene le loro favelle siano scomparse in molti luoghi, sono
rimaste vive le loro idee, le loro superstizioni, le loro feste popolari, i nomi che hanno
dato alle località. Inoltre, i Romani non riuscirono a conquistare lIrlanda e la
Scozia, e in queste regioni, come pure nel Galles e nellisola di Man, la cultura
celtica continuò a sussistere, e con essa larte, la religione e le lingue celtiche.
Con la fine dellImpero Romano nelle regioni britanniche
riemersero una serie di regni di chiara origine celtica. Si delineò una distribuzione
delle popolazioni celtiche molto simile a quella attuale.
Il Cristianesimo si diffuse in Britannia, in Irlanda e in Scozia.
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In queste regioni la Chiesa svolse un ruolo fondamentale,
incoraggiando lo sviluppo della produzione artistica. Anche la letteratura locale fu
coltivata più che altrove, e gli eruditi celtici divennero famosi missionari e maestri
attivi nellEuropa continentale.
Nel IX e nel X secolo le isole britanniche furono attaccate da popolazioni scandinave, che
in parte si unirono alle popolazioni locali. I re gaelici degli Scoti assunsero il
controllo dei territori dei Pitti, dominando poi la Scozia sudoccidentale e
lInghilterra sudorientale, mentre si stabilizzò il confine anglo-gallese; la
Cornovaglia perse lindipendenza politica, mentre in Irlanda il dominio del re si
estese a livello nazionale. Si erano così delineate le quattro nazioni moderne: tre
celtiche e una germanica.
Con la conquista normanna della Inghilterra (1066), estesa successivamente al Galles e,
con il XII secolo, all Irlanda e alla Scozia, le lingue e le culture celtiche
scomparvero dalla cultura di corte, assumendo connotazioni popolari, secondo un processo
che si verificò anche in Bretagna. Il clima sociale che si sviluppò diede la
possibilità di emergere da elementi celtici, controllandoli tuttavia mediante
atteggiamenti di intolleranza religiosa. I risultati di tale ambivalenza sono visibili nei
contributi celtici alla cultura britannica, così come in certe manifestazioni
nazionaliste, o nelle fiorenti comunità celtiche emigrate nell Europa
continentale.
Lunità della società celtica era la tribù, al cui interno
erano diversi gruppi sociali: i nobili, le famiglie dominanti; i cavalieri; gli
agricoltori; gli artigiani e coloro che svolgevano lavori manuali come gli schiavi. A una
classe colta appartenevano i druidi, sacerdoti intermediari tra luomo
e le divinità, di cui si parlerà nellambito della religione celtica.
Nellantichità le tribù erano comandate da un re (una tradizione conservata in Gran
Bretagna fino alla conquista romana), mentre nelle regioni celtiche più aperte
allinfluenza del mondo classico vennero eletti magistrati.
La società celtica era di tipo rurale basata sulla agricoltura e sulla pastorizia. Nei
centri più ricchi, dove la competizione per le risorse era forte, gli insediamenti erano
dotati di fortificazioni, che comprendevano unarea in cima a una collina, o una zona
elevata, circondata da fossati e da bastioni; linterno era occupato da capanne e da
aree adibite a lavori manuali. Il grano veniva conservato in pozzi scavati nel terreno,
sigillati con largilla. Il maggior numero di centri fortificati si trova
nellInghilterra sudoccidentale. Negli ultimi secoli prima di Cristo si svilupparono
vere e proprie città fortificate, che Cesare chiamò oppida.
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Queste erano formate da case, a volte molto grandi, a pianta
circolare, con tetti assai alti coperti di paglia. Sul continente europeo cerano
anche case ovali e quadrate, mentre sempre circolari erano quelle della Britannia e
dellIrlanda, comunque munite di focolare centrale, con foro nel tetto per
luscita del fumo Sebbene le loro dimore non fossero ricche secondo i metri di misura
mediterranei, druidi, cavalieri e persone agiate vivevano bene.
Cucinavano il pane in forni o su graticole e scavavano buche nel terreno per arrostire
animali interi. Bevevano latte, birra, idromele e vino quando riuscivano a procurarselo
mediante importazioni. Il maiale era il cibo preferito. Ricorrevano a colori vegetali per
tingere le stoffe e pitturarsi il corpo. I Celti erano biondi e possenti, e il loro
aspetto spesso incuteva timore ai nemici.
Molto vanesii, si schiarivano i capelli con largilla e gli ornavano con gioielli d'
oro.
I Galli preferivano i calzoni , gli Irlandesi le tuniche, ma tutti indossavano mantelli la
cui lunghezza era indicativa del rango sociale.
Le attività preferite erano la caccia, lallevamento del bestiame, la guerra, i
banchetti, il gioco della dama e degli scacchi, lascolto dei poemi tramandati
oralmente. Infatti i Celti avevano una lunga tradizione orale che i loro sapienti
coltivavano, e le storie dei loro dei ed eroi sono il riflesso di un modo di vivere antico
che doveva essere diffuso un tempo in tutta lEuropa.
Lavoravano ottimamente i metalli e impiegavano la loro perizia per realizzare armature e
bardature dei cavalli.
Il commercio era una attività molto importante: acquistavano oggetti di lusso e vino in
cambio di cani, cavalli, pelli, sale e schiavi.
Vincoli religiosi comuni univano i membri delle tribù; il re, che
era investito di una funzione religiosa, partecipava attivamente ai riti. Divinità
panceltiche convivevano con divinità locali, associate a singole tribù o a luoghi sacri.
Alcune informazioni sulla mitologia celtica vengono fornite dal ritrovamento di oggetti
rituali, come il calderone Gundestrup, un grande calderone dargento con decorazioni
a rilievo rinvenuto in una palude nello Jutland (Danimarca). Tracce di antichi miti
celtici sono rintracciabili anche nelle letterature medievali dellIrlanda e del
Galles.
Le più importanti divinità celtiche erano: TUATHA DE DANNAN era la dea madre; NUADA
era il re degli dei; DAGDA era il dio padre; BOBD era la dea del fuoco; BRIGID
era la dea della poesia; ANGUS era il dio dellamore; DONN
era il signore dei morti; LIR e MANANNAN erano gli dei del mare; LUGH
BRACCIOLUNGO era il dio guerriero;
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DIANCECHT e MIACH erano gli dei della medicina; ARTAIOS
era il messaggero degli dei; GOIBNIU era il fabbro degli dei; CREDNE era il
dio metallurgo. I siti destinati al culto comprendevano recinzioni sacre, ma anche
strutture più complesse, quali pozzi, forse collegati al culto della terra, in cui
venivano gettate le vittime di sacrifici (uomini in caso di necessità o animali), spade e
altre offerte votive. Anche una serie di elementi naturali aveva significato religioso:
lagrifoglio e il vischio, ad esempio, erano sacri, così come le querce e i boschi.
Gli animali erano venerati come totem tribali; era inoltre praticata larte
divinatoria, interpretando il volo degli uccelli o le viscere delle vittime sacrificali.
Questo compito era affidato ai druidi.
I druidi erano sacerdoti degli antichi Celti , abitanti della Gallia e delle
isole britanniche dal II secolo a.C. al II secolo d.C. Nelle zone della Gran Bretagna non
invase dai Romani, il Druidismo sopravvisse finché fu soppiantato dal Cristianesimo
qualche secolo dopo; era una religione fondata sulla fede nellimmortalità
dellanima che, al momento del trapasso, entrava nel corpo di un neonato, e sulla
credenza che i druidi discendessero da un essere supremo.
Gli antichi resoconti affermano che ai druidi spettavano gli incarichi del sacerdozio,
delleducazione religiosa e dellamministrazione giudiziaria e civile. I druidi
infatti avevano il diritto di decidere in quasi tutte le controversie pubbliche e private,
di emettere sentenze e di comminare punizioni per delitti di ogni genere e questioni di
confine. Chi disubbidiva loro non poteva assistere ai sacrifici, durissima punizione,
perché chi ne era colpito era un fuorilegge senza diritti. Il potere supremo era detenuto
da un arcidruido allautorità del quale erano sottoposti gli altri druidi; quando
questi moriva, a succedergli era il più autorevole ma se la scelta si rivelava difficile
la decisione veniva presa tirando a sorte oppure con un duello. Esistevano tre classi di
druidi: profeti, bardi e sacerdoti propriamente detti, assistiti da profetesse o maghe
dotate di minor potere e privilegio. I druidi praticavano particolarmente
lastrologia e la magia, e conoscevano i misteriosi poteri di animali e piante;
veneravano il vischio e la quercia. Uno dei loro compiti consisteva nel convincere il
popolo che lanima era immortale e che dopo il decesso passava da un corpo
allaltro, cosa che costituiva uno dei principali incentivi del valore militare. Un
altro scrittore romano insiste sullefficacia di tale insegnamento: certi Celti,
sostiene, per disprezzo della morte andavano in battaglia indossando solo una cintura, e
uscivano dallo schieramento dei carri per sfidare i guerrieri avversari.
Gli archeologi ritengono che i druidi usassero come altari e templi i blocchi di pietra
conosciuti come dolmen (da dol=tavola min=pietra), trovati in regioni in cui il Druidismo
era diffuso. Riferisce Cesare che i druidi mandavano a mente unenorme quantità di
versi e che alcuni di essi studiavano per ventanni, ritenendo disdicevole luso
della scrittura a fini di apprendimento, sebbene si servissero dellalfabeto greco
per quasi ogni necessità.
I druidi guidarono il loro popolo nella lotta contro i Romani, ma il potere fu indebolito
dalla ribellione dei guerrieri Galli, invidiosi della loro autorità politica. La
superiore potenza militare dei Romani e la conversione al cristianesimo di molti seguaci
del Druidismo ne provocarono la scomparsa.
Le lingue celtiche sono una sottofamiglia della famiglia
linguistica indoeuropea. Dal punto di vista storico e geografico, le lingue si dividono in
un gruppo continentale (ora estinto) e un gruppo insulare. Le lingue insulari si
suddividono in due gruppi: il britonico (o britannico), che comprende bretone, cornico e
gallese; e il goidelico (o gaelico), che comprende irlandese, gaelico scozzese e mannese.
Dalle Gallie e dalla Germania Occidentale il dominio delle lingue celtiche si estendeva
nella preistoria (fino al secolo VI a.C.) a parte della Spagna, delle isole britanniche,
dellItalia settentrionale, fino allAsia minore attraverso i Balcani.
Lespansione romana da sud e la pressione dei popoli germanici da est ebbero come
conseguenza la scomparsa totale del celtico continentale. Sopravvivono solo i gruppi
britonico e goidelico, nelle isole britanniche, in Bretagna e in alcune comunità
americane.
La caratteristica fonetica che distingue le lingue celtiche da quelle indoeuropee è la
perdita del suono indoeuropeo originario p. Una parola che in greco, sanscrito e
latino presenta una p iniziale o intermedia, nelle lingue celtiche ne risulta
priva: ad esempio al latino porcus corrisponde il goidelico orc. La
differenza fra il gruppo britonico e quello goidelico risiede nel fatto che il secondo
gruppo conserva il suono labiovelare indoeuropeo kw (scritto poi come c),
mentre il britonico lo rende come p. Perciò lirlandese cuig o coo-ig,
"cinque" corrisponde al gallese pump
Le regole di pronuncia in tutte le lingue celtiche sono estremamente complicate; la grafia
generalmente non corrisponde alla pronuncia e le consonanti iniziali cambiano in base al
suono della parola che precede. In irlandese, per esempio, "sangue" è fuil,
ma "il nostro sangue" è ar bhfuil. In gallese tad ,
"un padre", diventa fy nhad per "mio padre", ei thad per
"suo (di lei) padre", e i dad per "suo (di lui) padre".
Tutte le lingue celtiche moderne usano lalfabeto latino. Possiedono solo due generi,
maschile e femminile, allinizio della frase mettono sempre il verbo, esprimono
lagente sempre per mezzo del passivo impersonale.
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BRETONE
La lingua bretone è attualmente parlata in Bretagna in vari dialetti; la maggioranza dei
parlanti usa anche il francese. Sorta fra il IV e il VI secolo tra gli esuli in fuga dal
Galles e dalla Cornovaglia, si distingue dal gallese e dal cornico della madrepatria per
luso delle nasali e i prestiti del francese. Ebbe una particolare fioritura intorno
alla metà del XVII secolo, quando furono pubblicate numerose grammatiche e una vasta
letteratura di opere teatrali, leggende e ballate. Il bretone fu riconosciuto come materia
scolastica negli anni Cinquanta di questo secolo. Negli anni Quaranta i parlanti furono
stimati circa un milione, cifra che attualmente si è ridotta di circa la metà.
CORNICO
Il cornico, un tempo lingua della Cornovaglia, è estinto sin dalla fine del XVII secolo,
nonostante recenti tentativi di riportarlo in vita. Ne sopravvivono tracce solo in alcuni
nomi propri e alcune parole del dialetto inglese parlato in Cornovaglia.
GALLESE
Il gallese, chiamato cymraeg o cimirico (da Cymru, "Galles") dai suoi
parlanti, è la lingua originaria del Galles ed è la più diffusa delle lingue celtiche.
E parlato in Galles e in alcune comunità degli Stati Uniti e dellArgentina.
Organizzazioni come la Società per la lingua Gallese hanno preservato la lingua
dallestinzione e si stanno battendo per farla riconoscere ufficialmente accanto
allinglese.
Come il bretone, il gallese ha perso molte desinenze di caso dei nomi; i verbi, invece,
presentano una flessione particolarmente complicata. Il mutamento consonantico, o
lenizione, cioè lalternanza delle consonanti, gioca un ruolo notevole nel gallese
come in tutte le lingue celtiche. La grafia è fonemica, cioè rappresenta in modo non
ambiguo i singoli suoni della lingua. I parlanti gallesi dunque sanno quasi sempre
pronunciare anche parole che non hanno mai visto prima.
Le parole gallesi sono accentate sulla penultima sillaba e hanno unintonazione
caratteristica.
Gli studiosi individuano tre periodi del gallese: antico (800-1100), medio (1100-500) e
moderno (dal 1500). Lantico gallese sopravvive solo in parole e nomi isolati. Il
gallese corrente Ha una varietà settentrionale e una meridionale, e i dialetti
identificati come gallesi sono quaranta.
IRLANDESE
Lirlandese, o gaelico irlandese, è la lingua più antica del gruppo goidelico.
Lirlandese può essere suddiviso in quattro periodi: antico (800-1000), medio-alto
(1200-1500) e moderno (dal 1500). Lirlandese, che in origine era una lingua
altamente flessiva, conserva essenzialmente due casi, nominativo e genitivo, mentre il
dativo sopravvive nel singolare dei nomi femminili; i tempi verbali sono solo due nel modo
indicativo. E parlata principalmente nella parte occidentale e sudoccidentale della
Repubblica dIrlanda, dove è una lingua ufficiale, e in parte anche
nellIrlanda del Nord; lirlandese fu parlato in tutta lIrlanda fino al
XVII secolo. Nel secolo scorso, il numero di parlanti è sceso dal 50 al 20%.
GAELICO SCOZZESE
Verso il V secolo invasori portarono una forma di gaelico in Scozia, dove sostituì una
più antica lingua britonica. A partire dal XV secolo, grazie agli apporti dal norvegese e
dallinglese, il ramo scozzese si differenziò notevolmente dallirlandese,
tanto da costituire una lingua separata.
Lalfabeto dellirlandese e dello scozzese, di 18 lettere, è identico. Il
gaelico scozzese usa quattro casi: nominativo, genitivo, dativo e vocativo. Come in
irlandese, laccento è sulla sillaba iniziale.
Due sono i principali dialetti del gaelico scozzese, quello settentrionale e quello
meridionale, geograficamente distinti. Il dialetto meridionale è più vicino
allirlandese rispetto a quello del Nord, ed è più flessivo.
MANNESE
La lingua dellisola di Man è considerata un dialetto del gaelico scozzese con forti
influssi norvegesi. Il mannese fu parlato in tutta lisola fino al XVIII secolo; le
leggi sono tuttora scritte in mannese. Il suo declino cominciò nel XIX secolo, fino
allestinzione del XX.
Benché il periodo di maggior sviluppo dellarte celtica sia
stato collocato tra il V secolo a.C. e il IX secolo d.C., tali date sono ancora incerte.
La longevità di questa tradizione, che abbracciò diverse forme espressive e i cui
risultati migliori furono raggiunti nella lavorazione dei metalli e della pietra, nonché
nella miniatura di manoscritti, è dovuta in gran parte alla versatilità dei disegni
decorativi. Gli artigiani ricorsero a un repertorio di motivi piuttosto limitato (nodi,
intrecci, spirali e chiavi), riproducendoli su una grande quantità di oggetti, dalle
spade ai supporti per carri, dai manoscritti cristiani alle teche per luso
ecclesiastico.
La civiltà di La Tène si sviluppò artisticamente. Sono state individuate quattro
tendenze principali: lo stile arcaico, lo stile di Waldalgesheim, lo stile plastico e lo
stile delle spade. Tuttavia i diversi orientamenti si sovrappongono dal punto di vista
cronologico e presentano notevoli differenze da regione a regione.
Lo stile arcaico, nato probabilmente dopo il 480 a.C., è caratterizzato da una
predilezione per i motivi decorativi classici e orientali, come i fiori di loto, le
palmette e le foglie di acanto.
Lo stile di Waldagesheim, che fiorì dopo il 350 a.C. e prese il nome da un luogo di
importanti ritrovamenti archeologici non lontano da Bonn, coincide con lepoca
dellespansione celtica in Grecia e in Italia. In questo periodo si progredisce nel
campo della gioielleria e degli accessori dei carri.
Dopo il 290 a.C. gli artisti accentuarono le caratteristiche tridimensionali nelle loro
composizioni, da qui la denominazione di plastico. Incominciarono a predominare disegni
ispirati alle piante e soprattutto per la preferenza data a un particolare motivo a
viticcio
Diffusosi dopo il 190 a.C., lo stile delle spade è associato alle incisioni che
arricchiscono le impugnature e i foderi di alcune spade. In contrasto con le forme
elaborate e figurative dello stile plastico, i nuovi motivi erano piatti, lineari e
astratti.
ARMI E ARMATURE
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La maggior parte dei reperti risalenti al periodo di La Tène è costituita da accessori cerimoniali o oggetti sacrificali dedicati a laghi, fiumi e paludi. Le armature cerimoniali erano tra gli oggetti più usati come offerte votive. Tra gli esempi più interessanti figurano due elmi provenienti dallantica Gallia. Entrambe le testimonianze sono state datate al IV secolo a.C. e presentano unoriginale forma a "berretto da fantino". In origine i due elmi
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erano coperti da foglie doro, ornati da volute e intarsiati
con corallo e vetro colorato.
Nella produzione delle spade, i Celti riuscirono a raggiungere un equilibrio tra
funzionalità e ostentazione. I guerrieri combattevano infatti con spade lunghe e pesanti,
per le quali erano necessarie else di notevoli dimensioni, su cui dunque si concentrava la
decorazione. Limpugnatura poteva essere rivestita con foglie doro o intarsiata
con materiali preziosi quali lambra e lavorio, e negli esemplari più tardi
lelsa presenta non di rado caratteri antropoidi, con il pomo formato da una testa
umana.
SPECCHI
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Nelle tombe delle donne sono stati ritrovati numerosi esempi di gioielli e oggetti di uso domestico. Alcuni degli articoli di migliore fattura sono rappresentati da specchi derivati da modelli etruschi e molto diffusi soprattutto nella Britannia romana. Ci sono pervenuti una trentina di esemplari risalenti allepoca delloccupazione romana, la maggior parte dei quali presenta elaborati motivi a intreccio.
GIOIELLI
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La gioielleria celtica è famosa per la sua immensa varietà di
forme. Le fogge più semplici, derivate dal mondo classico, erano la spilla e la fibula,
il cui modello era un antico gioiello simile a una spilla di sicurezza, prodotto sin
dallepoca della civiltà micenea: a partire dal V secolo a.C. gli artigiani Celti ne
trasformarono le stanghette in fantasiose rappresentazioni di dragoni, uccelli e maschere
dai tratti umani. Lesempio più celebre di spilla è la Spilla di Tara ( VIII secolo
d C ). Lintera superficie del gioiello è coperta da finissime incisioni di spirali,
intrecci e motivi zoomorfi, mentre dal bordo dellanello sporgono minuscoli grifi e
code di pesce.
Lornamento personale più prestigioso era tuttavia rappresentato dal torque, un
pesante collare metallico spesso realizzato con fili intrecciati di rame o
doro tali monili nacquero nelle regioni orientali e in origine erano indossati
esclusivamente dalle donne. I torques
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si prestavano ad essere variamente decorati e gli artigiani spesso
riproducevano alle estremità teste umane o animali, che venivano a trovarsi una di fronte
allaltra sulla gola di chi indossava il collare. Oltre ad essere riservati ai ceti
sociali più alti, i torques acquisirono anche un significato religioso.
Le divinità celtiche venivano sempre raffigurate con questi monili e spesso tali gioielli
erano usati come offerte votive.
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BACILI E SITULAE
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Per i Celti i bacili possedevano senza dubbio un importante valore
rituale. Simboleggiavano infatti la rigenerazione e i banchetti che secondo le credenze si
tenevano nellaldilà.
Altri recipienti quali bricchi e secchi servivano a scopi più pratici. I primi
riflettevano limportanza del commercio di vino con i paesi del Mediterraneo, gli
altri si svilupparono dallarte della situla, fiorita in alcune zone
dellEuropa durante il periodo di Hallstatt.
Le situlae erano secchi bronzei ornati con scene raffiguranti uomini e animali. In
particolare gli animali erano uno dei soggetti preferiti dagli artisti celtici. Il
repertorio variava dal cane in miniatura al modello bronzeo di cinghiale. La loro funzione
andava però ben oltre la semplice decorazione: essi possono essere i simboli dei
banchetti dellaldilà.
FONTI BIBLIOGRAFICHE: