2000

Maggio:
l'esercito israeliano si ritira dal sud del Libano, con largo anticipo sulla data prevista e lascia la zona di sicurezza vuota. L'Esercito del Libano del Sud si dissolve con la partenza degli israeliani. Migliaia di libanesi si riversano nelle zone rimaste sotto occupazione israeliana per quasi 20 anni.
28 settembre: in un clima di forte tensione, per le commemorazioni dei massacri di Sabra e Chatila e per l'ennesimo blocco degli accordi di pace, Ariel Sharon (uno dei responsabili del massacro di Sabra e Chatila) si reca in visita alla Spianata delle Moschee. Ne seguono gravi incidenti, il giorno seguente l'esercito apre il fuoco e uccide 7 palestinesi, nelle settimane successive i morti saranno oltre 100. Barak pone un ultimatum di 48 ore per il ritorno alla normalità ma la nuova Intifada continua.
12 ottobre: due militari israeliani fermati dalla polizia palestinese nei pressi di Ramallah, stranamente all'interno della zona controllata dall'Autorità palestinese, portati alla stazione di polizia vengono linciati dalla folla.
La rappresaglia israeliana é immediata, tutte le città palestinesi vengono colpite da razzi e armi pesanti.
17 Ottobre: si tiene in Egitto a Sharm el-Sheik un nuovo vertice, l'accordo per far cessare gli scontri che ne segue fallisce immediatamente.
Nei giorni successivi Barak cerca di formare un governo di unità nazionale e dichiara interrotto il processo di pace.
24 ottobre: scontri anche al confine con la Giordania dove una marcia di profughi palestinesi che rivendica il "diritto al ritorno" cerca di sfondare i posti di frontiera.
9 Novembre: Elicotteri israeliani attaccano un'auto con a bordo due esponenti di Tanzim uccidendone uno e ferendo gravemente l'altro. Nell'attacco perdono la vita anche due donne palestinesi che si trovavano casualmente nei pressi della zona dell'attacco.
E' il primo attacco diretto ad assassinare i leader della nuova intifada.
Con il fallimento degli accordi di Camp David e la mancata applicazione degli accordi di Sharm el-Sheik l'Autorità palestinese continua a controllare meno del 20% di Cisgiordania e Gaza. I territori occupati nel '67 sono divisi in zone a diverso statuto:

ZONA A
- Sotto il controllo dell'Autorità palestinese, ci sono fondamentalmente i grandi centri abitati. (17,2% secondo Sharm el-Sheik)
ZONA B
- In queste aree la sicurezza resta nelle mani degli israeliani che vi mantengono quindi esercito e polizia. (23,8% secondo Sharm el-Sheik)
ZONA C
- Sotto il totale controllo israeliano. (59% secondo Sharm el-Sheik) I nuovi coloni israeliani insediati nei territori in violazione degli accordi di Oslo ammontano a 78.500. Viceversa i palestinesi senza casa a causa di demolizioni amministrative sono dal '98 ad oggi 13.000. Sempre con provvedimenti amministrativi sono stati confiscati 35.000 ettari di terra, il più delle volte per la costruzione di strade che collegano gli insediamenti dei coloni e che spezzano ogni continuità territoriale dell'ipotetico stato palestinese.
Dicembre: Il primo ministro Barak si dimette dopo aver tentato di varare un governo di unità nazionale, Israele va verso nuove elezioni.

 

 

 

 

 

 

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