Dalle esplorazioni ottocentesche alla fine degli anni '80. Il Niger fece parte del regno di Kanem-Bornu. Esplorato dallo scozzese Mungo Park (1771-1805), alla fine dell'800 subì la graduale penetrazione francese; nel luglio 1900 la Francia creò il Territorio militare di Zinder, che comprendeva il Territorio dell'Alto Senegal e Niger.


Mungo Park.

 Nell'ottobre 1922, il territorio venne dichiarato colonia e posto sotto l'autorità del governatore generale dell'Africa Occidentale Francese; capitale fu dapprima Zinder, poi, dal 1926, Niamey. Nel 1946 il N. fu ordinato in territorio d'oltremare della Repubblica Francese. Raggiunta l'autonomia nel 1959 e la piena indipendenza nell'agosto del 1960, primo presidente ne divenne Hamani Diori, leader del Partito progressista (PPN). Le relazioni con l'Europa occidentale, e particolarmente con la Francia, rimasero buone. Nel 1973 il Niger, come molti altri paesi dell'area subsahariana, venne colpito da una terribile siccità, a cui il governo non seppe fare fronte. Il 15-IV-1974 il presidente Diori venne deposto da un colpo di stato militare guidato dal colonnello Seyni Kountché, capo di stato maggiore delle forze armate. Kountché abrogò la costituzione, tenne in carcere per molti anni Hamani Diori e instaurò un regime militare, durato oltre un decennio. Kountché








Seyni Kounchè.

governò in modo autocratico, ottenendo però una discreta popolarità in virtù della favorevole congiuntura economica determinata dalla scoperta di ricchi giacimenti di uranio. Negli ultimi anni di governo con molta lentezza Kountché avviò il processo di democratizzazione. Quando morì nel 1987 gli succedette Ali Seibou, un altro militare, il quale ereditò un paese in grave crisi economica. Il boom dell'uranio era infatti ormai finito ed invece, alla metà degli anni '80, una nuova grave siccità aveva colpito il paese. Seibou continuò comunque lungo la strada imboccata dal suo predecessore. Nel 1988, creò il Consiglio per lo sviluppo nazionale, organismo destinato in tempi non ben definiti a trasformarsi in Assemblea costituente, e costituì un partito unico, il Movimento nazionale per lo sviluppo della società.

Dagli anni '90 a oggi. La vita politica del paese continuò a essere dominata da Saibou e dal partito unico, l' MNSD. Gli inizi degli anni '90 furono contrassegnati da manifestazioni e violenti scontri, provocati dall'applicazione del severo piano economico introdotto dal governo per poter accedere agli aiuti internazionali. Contemporaneamente si sollevò la popolazione tuareg nel nord del paese, che rivendicava l'autonomia della regione dell'Azawak. A fronte della difficile situazione, Saibou annunciò l'introduzione del multipartitismo e la mitigazione delle misure economiche di austerità. Con il referendum del 26-XII-1992 fu approvata la nuova costituzione, mentre le elezioni del 14-II-1993 diedero la maggioranza nell'assemblea nazionale all'Alleanza delle forze di cambiamento (AFC), coalizione dei nove partiti di opposizione. A conclusione di questa fase si ebbe la vittoria a sorpresa, alle presidenziali del marzo 1993, di Mahamane Ousmane,


Mahamane Ousmane.

 leader della socialdemocratica Convenzione democratica e sociale. Alla carica di primo ministro fu nominato Mahamadou Issoufou, presidente del Partito nazionale per la democrazia e il socialismo (PNDS). Nel settembre 1994, il primo ministro, in polemica col presidente, rassegnò le dimissioni, mentre il suo schieramento, il PNDS, si distaccò dall'AFC per confluire nelle file dell'opposizione. A Issoufou subentrò Souley Abdoulaye, che non riuscì però ad ottenere la fiducia dell'assemblea nazionale, che fu quindi sciolta da Ousmane. Le nuove elezioni del gennaio 1995 conferirono la maggioranza alla nuova alleanza stipulata tra gli ex avversari MNSD e PNDS. L'8 febbraio M. Issoufou venne nominato presidente dell'assemblea nazionale. Costretto ad accettare l'esito dello scrutinio, il presidente Ousmane nominò primo ministro Hama Amadou, segretario generale dell'MNSD ed esponente di spicco dei regimi militari al potere prima del 1991, dando vita a una difficile coabitazione ai vertici dello stato. Anche la situazione economica rimase precaria. In tale contesto fu compiuto, nell'indifferenza della popolazione, il colpo di stato militare (27-I-1996) da parte del capo di stato maggiore Ibrahim Barre Mainassara: destituiti Ousmane e Amadou, sospese le istituzioni democratiche, sciolti i partiti politici, fu mantenuto lo stato d'emergenza e il paese rimase isolato. Ma le pressioni internazionali costrinsero la giunta militare ad accelerare il ritorno alla legalità costituzionale. Le elezioni del 1996 furono vinte da Mainassara, assassinato nel 1999. Dopo la presidenza provvisoria di Daouda Wanke, le elezioni dell'ottobre 1999 portarono alla presidenza il candidato dell'MNSD Tandja Mamadou, mentre Amadou tornò nel 2000 a ricoprire la carica di primo ministro. È avviato a soluzione il conflitto con i tuareg del Salici: l'accordo di pace firmato nel 1995 è stato riconfermato nel 1997, nel 1998 e nel 2000.