Popolazione. Con i suoi 6.840.000 ab. (2001), per una densità di 246 ab. per kmq, il Burundi è una delle regioni più densamente popolate dell’Africa. L'incremento demografico è annualmente del 2,2% (1995-2000), la mortalità infantile del 104,8 ‰, la speranza di vita di 46 anni, dati che insieme con un analfabetismo al 51,9% lo collocano tra i dieci paesi più arretrati al mondo. La popolazione è composta essenzialmente da tre gruppi etnici: i twa,

     
I Twa

 di origine pigmoide, che rappresentano solo l'1% del totale, gli hutu,


Gli Hutu

di origine bantu, che sono la maggioranza della popolazione (85%) e i tutsi, di origine camita, che pur rappresentando solo il 14% della popolazione sono riusciti per molto tempo a costituire una classe privilegiata, fortemente osteggiata dagli hutu. La popolazione urbana è solo i19% del totale. Oltre alla capitale Bujumbura l'unico centro consistente è Gitega. La popolazione è per 2/3 di religione cattolica, ma sono numerosi i protestanti (14%) e diffusi i culti animisti. Lingue ufficiali sono il francese e il kirundi usato lo swahili.

 

Etnologia. I principali gruppi etnici del Burundi sono gli hutu (gruppo più numeroso) discendenti dei coltivatori bantu; i tutsi (rappresentano ca. il 14% della popolazione), pastori cusciti; e i pigmoidi twa (costituiscono ca. l'1% della popolazione), discendenti dei primi abitatori della regione.


Bambino Hutu morto negli scontri contro i Tutsi.

I pastori tutsi dominano i cacciatori-raccoglitori twa e i coltivatori hutu, grazie al possesso esclusivo del bestiame, che costituisce la loro ricchezza, e all'imposizione del bestiame come valore supremo anche agli hutu. I guerrieri-pastori tutsi, giunti verso il sec. XIII, imposero la loro dominazione durante i secc. XV, XVI fondando un regno organizzato sulla base della stratificazione etnica; al vertice stava il mwami, re sacro, simbolo dell'unità nazionale, incarnazione dell'Essere Supremo celeste Imana e responsabile dei più importanti rituali religiosi. Con l'indipendenza è stata ufficialmente abolita la divisione della popolazione sulla base dell'appartenenza etnica, tuttavia hutu e tutsi seguitano a confrontarsi in ricorrenti e violenti conflitti.