I francesi furono cacciati dall'Egitto nel 1801 dagli Inglesi, a loro volta allontanati da Mohammed Alì, un luogotenente del contingente albanese dell'esercito ottomano. Alla sua morte, nel 1848, gli successe il nipote Abbas, cui successe il figlio Said Pasha, al quale si deve l'inizio degli scavi del Canale di Suez, aperto nel 1869 da Ismail Pascha.
Nel 1879, con la scusa del grave indebitamento dello stato, amministratori francesi e inglesi si installarono nel paese e l'impero britannico pose fine alla sovranità che la Turchia conservava ancora sull'Egitto. Durante la prima guerra mondiale l'Egitto si unì agli Alleati e dopo breve tempo gli inglesi consentirono la formazione di un partito politico nazionale, il Wafd. Re Fuad I fu eletto a capo di una monarchia costituzionale e nel corso dei trent'anni successivi gli inglesi, i monarchici e gli attivisti del Wafd si contesero il potere. Dopo la seconda guerra mondiale sette paesi arabi, tra cui l'Egitto, fondarono la Lega araba, ma la guerra aveva lasciato il paese a pezzi e la sconfitta subita nella guerra contro Israele nel 1948 non fece che aumentare il caos. Nel 1952 un gruppo di ufficiali dissidenti, guidati dal colonnello Gamal Abdel Nasser, s'impossessò del governo con un colpo di stato in cui non venne sparsa nemmeno una goccia di sangue. I francesi e gli inglesi si dimostrarono riluttanti a cedere il controllo sul canale e occuparono il paese. Gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si trovarono d'accordo e le Nazioni Unite inviarono truppe di pace mentre richiedevano agli occupanti di andarsene. Nasser fu acclamato come eroe soprattutto dagli arabi.

Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 Nasser si sforzò di unire l'Egitto, la Siria, lo Yemen e più tardi l'Iraq enfatizzando la comune matrice araba e demonizzando Israele. In seguito a mesi di crescenti tensioni tra Egitto e Israele, lo stato ebraico il 5 giugno 1967 lanciò un attacco preventivo, dando inizio a quella che verrà ricordata come la guerra dei sei giorni. Israele fece piazza pulita dell'aviazione egiziana, occupò il Sinai, le alture del Golan, la Cisgiordania e chiuse il Canale di Suez. Alla morte di Nasser, avvenuta nel 1970, il vicepresidente Anwar Sadat lo sostituì al potere e si dedicò al compito di migliorare i rapporti con l'Occidente. Il 6 ottobre 1973 Sadat attaccò di sorpresa gli occupanti israeliani del Sinai e, benché l'Egitto perdesse la guerra, la sponda orientale del Canale di Suez fu inclusa tra i territori oggetto dei negoziati per la sospensione delle ostilità. Nel 1977 Sadat fece passi sostanziali per pervenire alla pace con Israele, consolidata poi con il Trattato di Camp David del 1978. Israele acconsentì a ritirarsi dal Sinai e l'Egitto riconobbe ufficialmente l'esistenza dello stato ebraico. Tuttavia non si pervenne a una soluzione della questione palestinese e nel mondo arabo molti ritennero Sadat un traditore. Il presidente egiziano fu assassinato il 6 ottobre 1981.
Gli succedette il vicepresidente Hosni Mubarak, rimasto a capo del paese da quel momento in poi. Mubarak ha sorpreso molta gente per l'abilità politica di cui ha dato prova nel cercare di dipanare la complessa questione palestinese e nel migliorare i rapporti con Israele e allo stesso tempo con gli altri stati arabi. Con la nascita del fondamentalismo nel mondo arabo Mubarak si è trovato talvolta in una posizione scomoda, al punto da subire anche numerosi attentati. Il leader egiziano non ha esitato a inviare 35.000 soldati a combattere in Iraq al tempo della guerra del Golfo e, sebbene la guerra fosse vista come un attacco degli imperialisti occidentali nei confronti dei paesi arabi, l'impegno dell'Egitto si è dimostrato molto utile al fine di migliorare i rapporti con l'Occidente.

 

Nel 1992 i fondamentalisti islamici hanno iniziato una campagna di violenze e intimidazioni contro i turisti e le forze di sicurezza egiziane. La metà degli anni '90 è stata caratterizzata da tensioni con il Sudan per il territorio conteso di Halaib, nonché da alluvioni di forte intensità nel 1994 e da una serie di conflitti con i fondamentalisti, sfociati in un tentato omicidio ai danni del presidente Mubarak nel 1995. Nel 1997 il massacro da parte di militanti islamici di più di 70 persone, la maggior parte dei quali turisti, ha scioccato gli egiziani e ha costretto migliaia di persone in tutto il mondo a modificare i loro piani per le vacanze. La successiva caduta del governo ha in qualche misura arginato la violenza, e l'Egitto rimane un paese relativamente stabile - con un basso livello di disoccupazione, una crescente alfabetizzazione e un incremento della privatizzazione nell'economia - per i tempi che corrono.
Mubarak è in prima linea nel proporre piani per risolvere il conflitto israeliano-palestinese. I ministri degli Esteri di Egitto, Arabia Saudita e Giordania hanno incontrato a Washington il presidente Bush, il 18 luglio 2002, presentando un loro piano dettagliato sul Medio Oriente che auspicava la nascita di uno stato palestinese a partirte dal gennaio 2003, una costituzione scritta, un parlamento eletto e un primo ministro. Tuttavia, venendo a mancare la necessaria condizione del cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi, qualsiasi piano di pace resta inapplicabile.

Il 16 ottobre 2002 è stata inaugurata la rinata Biblioteca di Alessandria, che potrà ospitare otto milioni di volumi di tutte le lingue e di tutte le culture, orientali e occidentali. Determinanti sono stati i contributi dell'UNESCO, delle donazioni arrivate da ogni parte del mondo e il contributo delle università arabe. La biblioteca, oltre alla conservazione dei libri di tutto il mondo, si pone anche l'obiettivo di far maturare l'idea che la pluralità ideologica debba essere riconosciuta all'Islam e nell'Islam.
Per la prima volta nella storia del paese una donna, Tahany el-Gebaly, nel gennaio 2003 è stata nominata giudice della Corte Costituzionale.
Il conflitto iracheno ha il proprio sismografo nelle piazze del mondo islamico. Il 22 marzo 2003 la polizia ha respinto con lacrimogeni e idranti la folla che minacciava di mettere a ferro e fuoco l'ambasciata americana e il quartier generale della Lega Araba, accusata di aver preso una posizione insufficiente contro l'attacco all'Iraq. Contemporaneamente, altri dimostranti hanno cominciato a gettare, dai tetti della storica moschea Al Azhar, pietre e mobilio sulla polizia.
Ad Alessandria, il 30 marzo 2003, più di diecimila studenti delle due Università hanno manifestato per far chiudere alle navi militari angloamericane il Canale di Suez.

 

 

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