Nonostante la cessazione del millenario regime monarchico nel 1974 e la successiva istituzione di uno Stato repubblicano ispirato a principi socialisti l'Etiopia non è riuscita a perseguire quello sviluppo economico e sociale che era stato alla base della svolta politica. Essa rimane uno dei Paesi più poveri del mondo. Le già estremamente precarie condizioni economiche sono state fortemente aggravate dal logorante conflitto con la Somalia e dalla non meno sanguinosa guerriglia che ha interessato varie regioni dell'Etiopia, ma che soprattutto ha opposto l'Eritrea al deposto governo centrale, responsabile, tra tra l'altro, di aver investito nel settore bellico la gran parte delle entrate del bilancio statale. La minacciata secessione dell'Eritrea pregiudica fra l'altro l'assetto geo-economico del Paese, in quanto, oltre a essere la regione più ricca e sviluppata (in buona misura ciò anche per merito dell'attiva presenza italiana), occupa l'intera fascia costiera etiopica,
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privando così dello sbocco al mare i più importanti assi commerciali dello Stato. Una soluzione al problema è stata prefigurata nell'incontro di Londra (luglio 1991) con la proposta di creare un “corridoioâ€