
L’Egitto presenta su più vasta scala tutti i 
principali problemi che condizionano il Medio Oriente e il Sud del Mediterraneo.
 Innanzi 
tutto, la densità di popolazione. Negli anni ‘50 si stimava che non vi potessero 
vivere più di 19 milioni di abitanti. Oggi l’Egitto conta 67 milioni di 
abitanti, con un tasso di crescita annuo ufficiale del 2% concentrato quasi 
interamente nel Delta e nella Valle del Nilo. Queste ultime, infatti, pur 
rappresentando nel complesso solo il 3% del territorio nazionale, costituiscono 
un bacino demografico a dir poco impressionante: 14 milioni di persone vivono 
nell’area di El Cairo, 4 milioni in quella di Alessandria. Inoltre, il 36% degli 
egiziani ha meno di 14 anni.
Innanzi 
tutto, la densità di popolazione. Negli anni ‘50 si stimava che non vi potessero 
vivere più di 19 milioni di abitanti. Oggi l’Egitto conta 67 milioni di 
abitanti, con un tasso di crescita annuo ufficiale del 2% concentrato quasi 
interamente nel Delta e nella Valle del Nilo. Queste ultime, infatti, pur 
rappresentando nel complesso solo il 3% del territorio nazionale, costituiscono 
un bacino demografico a dir poco impressionante: 14 milioni di persone vivono 
nell’area di El Cairo, 4 milioni in quella di Alessandria. Inoltre, il 36% degli 
egiziani ha meno di 14 anni.
Persino gli ulema, i religiosi musulmani, si resero conto molto presto che 
bisognava limitare la crescita demografica. Nel 1937 il gran Mufti, lo sceicco 
Abdel Meguid Salim, emise un fatwa, una sentenza, in cui si affermava che  il 
marito o la sposa possono prendere delle misure per impedire la procreazione se 
c’è il pericolo di danni alla salute della madre o se la nascita di un figlio 
pone seri problemi economici e sociali al nucleo familiareâ€