Nel 1618 comparvero in cielo tre comete, e questo fatto straordinario riaccese le discussioni sulla loro natura. Riguardo a tale diatriba, l’astronomo gesuita Orazio Grassi era arrivato a convalidare le tesi di Tycho Brahe secondo cui: 1) le comete sono dei corpi celesti; 2) i pianeti ruotano intorno al Sole, ma la Luna e il Sole ruotano intorno alla Terra. Galileo aveva un allievo, Mario Guiducci, che contrappose alla teoria sulla natura delle comete del Grassi la propria, secondo la quale le comete erano semplici effetti ottici. Il Grassi rispose al Guiducci scrivendo, con lo pseudonimo Lothario Sarsio Sigensano (che è l’anagramma imperfetto di Horatio Grasio Savonensis; in italiano Lotario Sarsi), un trattato in latino, Libra astronomica ac philosophica, pubblicato nel 1619, in cui attaccava anche Galilei. Il Saggiatore, opera scritta tra la seconda metà del 1621 e l’ottobre dell’anno seguente e pubblicata nell’ottobre 1623, è la lettera scientifica indirizzata a don Virginio Cesarini da Galileo, in risposta alla sopracitata Libra del Grassi. La polemica si avverte già dai titoli: Libra da una parte, Saggiatore dall’altra, ma ad ogni modo, sempre di bilance si tratta. Proprio su questo "gioco di parole" fa leva anche il frontespizio del Saggiatore: «Il Saggiatore nel quale con bilancia esquisita e giusta si ponderano le cose dette nella libra astronomica e filosofica di Lotario Sarsi Sigensano…».

Si segnalano, presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, due copie del Saggiatore, la prima con numerose correzioni autografe di Galileo, la seconda appartenuta a Mario Guiducci stesso e da questi emendata.

Galileo costruisce l’opera sulla contrapposizione tra il suo testo e la sua lingua e il testo e la lingua del Grassi: il Saggiatore è infatti costituito da ampi stralci della Libra, opera scritta in latino scolastico e anonimo, seguiti dal commento in volgare, spesso ferocemente ironico, del nostro autore: Galileo «non esita a raccontare aneddoti, a fare digressioni, a tirare di fioretto con un avversario che sa usare solo una pesante spada».

Da un punto di vista strettamente tematico, il Sarsi sosteneva che la cometa si trovasse sopra la luna, come proverebbe la sua parallasse, il suo moto «regolare e quasi sidereo», il suo «rincrescimento», che, visto dal canocchiale, è paragonabile a quello di Mercurio. Si tratta di prove che Galileo giudicava false o non conclusive: il nostro autore afferma il primato del «libro della natura», scritto in lingua matematica, sugli «auctores», delle geometriche dimostrazioni» sui sofismi e le «altercazioni» dei logici. E’ proprio questo amore per il metodo e la verifica sperimentale che fa assumere un’importanza secondaria al fatto che le tesi scientifiche sostenute da Galileo fossero sbagliate. Seguono poi dimostrazioni riguardo ad alti fenomeni fisici.

Importante è quindi sottolineare il fatto che la scelta della forma epistolare garantisce al Saggiatore un tono privato, capace di sottrarlo alla censura (si ricordi che l’opera rompe il silenzio imposto dall’ammonizione del 1616). Solo la forma del dialogo sarà però in grado di creare una dialettica tra più opinioni. Ad ogni modo, il Saggiatore si presenta come un mirabile esempio di prosa polemica rigorosa e stringente.