
      IL CASO CLINICO DEL PRESIDENTE SCHREBER - 
      UN CASO DI DEMENTIA PARANOIDES
 
      
      
INTRODUZIONE E PREMESSA 
METODOLOGICA
Quando Daniel Paul Schreber, 
Presidente della Corte di Appello di Dresda, pubblica – nell'anno 1903 – le 
Denkwürdigkeiten eines Nervenkranken [Memorie di un malato di nervi], Freud 
vi trova immediatamente ottimo materiale di lavoro per la sua indagine sulla 
paranoia, scientificamente indicata come dementia paranoides. L'indagine 
sulla patologia psichica del Dott. Schreber, dunque, è condotta sulla base delle 
sue dichiarazioni pubbliche; Freud descrive e interpreta il caso clinico, ma non 
ha mai analizzato Schreber in un setting psicanalitico. Prevedendo 
eventuali obiezioni ad un tale comportamento, Freud precisa che i paranoici sono 
gli unici ad esprimere, seppur sotto forme camuffate e fortemente deformate, ciò 
che altre persone affette da patologie psichiche invece tacciono. È pertanto 
sufficiente leggere ciò che costoro vogliono esprimere per avere elementi 
consistenti per condurre un'analisi accurata.
GENESI DELLA PATOLOGIA
Il primo sintomo di malattia si 
manifesta all'età di 42 anni: in lui i medici identificano un grave attacco di 
ipocondria, superabile, ed effettivamente superato, con sei mesi di ricovero, 
presso la clinica del Dott. Flechsig. Seguono otto anni di aurea mediocritas, 
tanto in campo professionale quanto sentimentale, grazie alle buone 
gratificazioni ricevute nella professione forense e alla vita coniugale e 
sociale globalmente soddisfacente, se si escludono i continui fallimenti dei 
tentativi di avere figli dalla moglie.
Allorché gli viene annunciata la possibilità di un incarico di rilievo quale la 
Presidenza della Corte di Appello di Lipsia, alcuni sintomi riemergono: in sogno 
gli si presentano sensazioni dolorose, che richiamano quelle provate in 
occasione della sua prima malattia, cui si aggiunge la fantasia dell'essere una
donna che soggiace alla copula. Dopo il secondo ricovero, ricompaiono i 
sintomi dell'ipocondria, arricchiti da un elemento misticheggiante: le 
sofferenze fisiche e le mutilazioni gli sarebbero imposte da Dio. Con il 
procedere della malattia, le suggestioni si articolano in un sistema 
estremamente coerente, dotato di una propria particolare ontologia e regolato da 
un preciso meccanicismo. Da evidenziare come, però, le creazioni mentali di 
Schreber non intacchino minimamente la sua lucidità mentale e la propria 
capacità di mantenere relazioni sociali sincere e di ragguardevole spessore 
culturale.
IL SISTEMA DELIRANTE 
(SINTESI)
Il sistema delirante è ben 
riassunto nella perizia del Dott. Weber redatta nel 1899, da cui traiamo alcuni 
elementi essenziali: Schreber si considera investito di una missione di 
redenzione dell'umanità, cui è chiamato a restituire la beatitudine; essa non 
sarebbe altro che una sensazione perenne di voluttà. Condizione necessaria per 
l'espletamento di questo incarico, però, è la sua trasformazione in donna: egli, 
tuttavia, non desidera questa mutazione, ma la accetta come premessa 
irrinunciabile di un piano provvidenziale, il cosiddetto Ordine del Mondo. 
Ogni essere umano è attraversato da sottilissimi nervi, instillati nel corpo 
dalla divinità al momento della nascita e destinati a ricongiungersi a Dio dopo 
la morte: tali nervi sono il principio costitutivo dell'intelletto umano e delle 
sue facoltà spirituali, nonché la sede dell'anima. Le anime sono in 
comunicazione tra loro, e non solo metafisicamente: si parlano in una lingua 
simile ad un tedesco arcaico, zeppo di espressioni eufemistiche. Dio è un'entità 
non perfetta: pur essendo costituito di soli nervi, qualitativamente identici a 
quelli che attraversano il corpo dei mortali, tuttavia gli capita di imbattersi 
in uomini i cui nervi esercitino su di Lui una forza attrattiva tanto intensa da 
minacciarne addirittura la sopravvivenza. Dio tenta di riallacciare se stesso 
con i nervi instillati negli uomini allo scopo di conseguirne voluttà: 
interessante è notare che, in tedesco, la parola selig indica tanto lo 
stato di voluttà quanto quello di pace post mortem.
      
 
INTERPRETAZIONE FREUDIANA DEL 
DELIRIO DI SCHREBER
Secondo Freud, il punto di 
partenza dell’interpretazione del delirio paranoide è il desiderio di 
omosessualità passiva respinto dall’Io di Schreber: in concomitanza con 
l’impossibilità di avere figli e l’incontro con il Dott. Flechsig, che richiama 
nel paziente le immagini del padre e del fratello scomparsi, la sessualità di 
Schreber vira verso una matrice più chiaramente omosessuale. Nell’impossibilità, 
per l’Ego di Schreber, di sostenere questo desiderio, esso si camuffa: Flechsig 
assurge alla dignità di essere divino, il rapporto carnale diviene rapporto 
spirituale; entrambi questi elementi, tra l’altro, soddisfano una personalità 
affetta da deliri di grandezza. 
All’interno del Dio di Schreber 
vengono fuse le figure del padre e del fratello: esso, infatti, ha una duplice 
natura (inferiore e superiore) e presenta alcuni caratteri 
riconducibili alla figura paterna. Il padre di Schreber, infatti, era medico di 
fama, elogiato come luminare ed innovatore: una figura che ben si presta ad una 
trasfigurazione divina. Come noto, inoltre, sulla figura paterna si rovesciano 
sentimenti di venerazione mista ad astio: il fatto che il Dio di Schreber sappia 
– generalmente – trattare solo con i morti costituisce una chiara lettura 
ironica, e dunque capace di liberare l’odio accumulato, della professione del 
padre. Inoltre, la continua richiesta di voluttà da parte di Dio sarebbe la 
soluzione positiva della paura di castrazione esperita da Schreber nella prima 
infanzia. Anche l’insistenza di Schreber sui raggi costituisce, per Freud, 
un simbolo della figura paterna, come testimoniato da una vasta casistica, 
comprendente – fra gli altri – anche il filosofo Nietzsche che, nella lirica 
Vor Sonnenaufgang [Prima dell’aurora], esprimerebbe null’altro che la 
nostalgia per un padre conosciuto solo in tenera età. Interessante notare 
inoltre che, a parere di Carl Gustav Jung, la ricorrenza del Sole in molte 
costruzioni di paranoici costituirebbe la prova della genesi psichica delle 
religioni. Lampante, infine, la teleologia del cosmo di Schreber: obiettivo 
finale della sua castrazione e della sua unione con Dio sarebbe la genesi di una 
nuova umanità, palese trasfigurazione del desiderio frustrato di avere figli 
dalla moglie.
MECCANISMI GENERALI DELLA 
DEMENTIA PARANOIDES
Nel passaggio fra infanzia ed 
adolescenza si passa anche dalla predilezione per l’autoerotismo a quella che in 
psicanalisi è detta scelta d’oggetto: la fase di transizione, fisiologica, è 
detta narcisismo ed in essa il soggetto osserva, ed ama, se stesso come oggetto. 
Per un breve tratto di tempo, dunque, la scelta investirà altri oggetti dotati 
dei medesimi organi genitali, ma poi si trasferirà su oggetti del sesso opposto. 
In alcuni casi, però, questa inversione di tendenza non si determina e il 
soggetto rimane ancorato ad una scelta omosessuale, evoluzione “adulta” 
dell’amore verso se stessi (da cui l’uso consueto, ma non precisamente corretto 
dell’aggettivo narcisistico).
Nel caso in cui la proposizione
Io (uomo) amo lui (uomo), a fondamento della scelta omosessuale, non 
risulti accettabile al soggetto, esso ha quattro modi per contraddirla, modi che 
danno luogo ad altrettante forme di paranoia. 1) Il soggetto nega il verbo della 
proposizione, formulandola così: io lo odio. Dal momento che si tratta 
però di una percezione interna, attraverso un meccanismo di proiezione, la 
percezione è trasferita all’esterno: la frase suonerà dunque così, egli mi 
odia. Da qui, i deliri di persecuzione. 2) Il soggetto nega l’oggetto della 
proposizione, che diviene: io amo lei. Ancora per proiezione esterna, 
però, la “responsabilità” del sentimento è scaricata sull’oggetto del sentimento 
stesso: lei mi ama, e dunque io la amo, perché – come vuole Dante – 
amor ch’a nullo amato amar perdona. Donde l’erotomania, cioè la percezione 
costante di essere desiderati e la certezza di poter sempre soddisfare le 
proprie pulsioni erotiche. 3) Il soggetto nega il soggetto della proposizione, 
sostituendolo con un altro femminile: è lei che ama lui. La proiezione 
non è più necessaria, il complesso si ferma a questo punto, determinandosi come 
delirio di gelosia. 4) Il soggetto nega tutta la frase, trasformandola in io 
non amo affatto e nessuno, che equivale a dire io amo solo me stesso. 
Da qui il delirio di grandezza, riscontrabile in quasi tutti i casi di 
dementia. 
DATI 
BIOGRAFICI SUL DOTT. SCHREBER
      
  
    | 
     1842  | 
    
     Daniel Paul 
    Schreber nasce a Lipsia il 25 luglio  | 
  
  
    | 
     1861  | 
    
     Il padre 
    Daniel Gottlob Moritz Schreber muore in novembre, all'età di 53 anni  | 
  
  
    | 
     1877  | 
    
     Muore all'età 
    di 38 anni il fratello di tre anni maggiore  | 
  
  
    | 
     1878  | 
    
     Daniel Paul 
    Schreber si sposa  | 
  
  
    | 
     1884  | 
    
    In autunno si candida al Reichstag 
    Nel mese di ottobre trascorre alcune settimane nella casa di cura 
    Sonnenstein diretta dal Dott. G. Weber 
    L'8 dicembre viene ricoverato nella clinica psichiatrica di Lipsia diretta 
    dal Prof. Flechsig | 
  
  
    | 
     1885  | 
    
     Il 1° giugno 
    ne viene dimesso  | 
  
  
    | 
     1886  | 
    
     Il 1° gennaio 
    riprende la sua attività presso il Tribunale di Lipsia  | 
  
  
    | 
     1893 
       | 
    
    Nel mese di giugno Schreber viene a sapere che sta per essere 
    nominato presidente della Corte di Appello di Dresda 
    Assume la sua nuova carica il 1° ottobre. Il 21 novembre rientra in clinica 
    da Flechsig | 
  
  
    | 
     1894  | 
    
     Il 14 giugno 
    è spostato alla clinica di Lindenhof diretta dal dottor Pierson; torna a 
    Sonnenstein il 29 giugno  | 
  
  
    | 
     1900-02  | 
    
     Scrive le 
    Memorie e tenta la riabilitazione alla professione e la dimissione dalla 
    casa di cura  | 
  
  
    | 
     1902  | 
    
    Il 14 luglio è ritirata la sentenza di interdizione ai suoi 
    danni, emessa il 13 marzo 1900 
    Il 20 dicembre è dimesso dalla casa di cura di Sonnenstein | 
  
  
    | 
     1903  | 
    
     L'editore 
    Mutze di Lipsia pubblica le Memorie di un malato di nervi  | 
  
  
    | 
     1907  | 
    
     In maggio 
    muore la madre; il 14 novembre la moglie ha un colpo apoplettico; Schreber 
    si riammala e, il 27 novembre, è ricoverato all'ospedale di Lipsia-Dösen  | 
  
  
    | 
     1911  | 
    
     Muore il 14 
    aprile  | 
  
 
      
      