Naturalmente, vi potreste chiedere, 'Come ha creato questo
font?' Iniziò tardi in una notte insonne... Guardando su alcuni libri di tipografia, mi
cadde l'occhio su una riproduzione del carattere di Gutenberg; pensai che sarebbe stato un
favoloso carattere da sviluppare in Fontographer. Pensai inoltre che forse con qualche
settimana in biblioteca e qualche altra al mio Mac con Fontographer 3.0 ce l'avrei potuta
fare. Ahimè, le cose non andarono affatto in questo modo. La legge di Murphy esiste per
essere d'impiccio. C'erano solo frammenti di pagine su cui basarmi, e il mio scanner e il
mio Mac si ruppero, rendendosi necessarie costose riparazioni. Tuttavia, visitando i miei
genitori, trovai un set di caratteri completo che potevo copiare nella biblioteca del
college. Potevo iniziare a lavorare. La riproduzione fu difficoltosa e la copiatura ancor
di più, ma vi riuscii. Studiando il set, subito mi resi conto di alcuni elementi chiave.
Primo: Gutenberg aveva disegnato i caratteri con una profonda conoscenza della grammatica
e dell'alfabeto latini. Aveva unito più caratteri basandosi sull'uso ripetuto di certi
gruppi di lettere sparsi nella Bibbia e aveva raggruppato brevi parole in piccole
unità tipografiche. Secondo: per aiutarsi nella creazione dei caratteri, si era fissato
alcune linee-chiave di natura geometrica. Egli non si limitava a riprodurre i tratti della
scrittura a mano del tempo, ma in più teneva nel giusto conto il metallo e l'inchiostro
che dovevano essere usati nel processo di stampa della sua Bibbia. Questo secondo punto
rendeva realmente possibile la creazione del carattere; a causa della piccolezza delle
lettere riprodotte, io ho dovuto ricrearle. La mia lente di ingrandimento e la pagina
divennero amiche intime! Dopo alcuni disegni a mano per familiarizzarmi con la forma
delle lettere, ho scansionato l'intero set a 150 dpi e ho creato una serie di caratteri
bitmap usando Fontastic Plus(tm). Talvolta digitavo il testo latino nella finestra di
modifica del programma per vedere l'effetto del carattere nel suo contesto reale. Di
seguito, usando il carattere bitmap, una stampante PostScript e il driver di stampa della
Apple, ho stampato un set di caratteri ingrandito del 200% con l'opzione
"smoothing" (per appianare in parte l'effetto seghettatura) selezionata. Così
mi era possibile scalare e lisciare i caratteri bitmap - senza aumentarne troppo le
dimensioni in memoria. Finalmente ho rifinito la scansionatura in MacPaint(R). Ho creato
le versioni preliminari in Fontographer dalla versione 3.0.5 alla 3.1 [...] Così
carattere dopo carattere il font veniva alla luce. C'erano giorni in cui avvertivo una
presenza nella mia stanza... Una volta creati i contorni del carattere, fui in grado di
creare i legamenti necessari. Alla fine ho creato i caratteri accoppiati. Basandomi sullo
stesso attento studio con cui Gutenberg analizzò i caratteri latini, mi occorsero ben 800
coppie! Finalmente, alle 17:15 del 18 giugno 1991 avevo finito.
Qualche nota storica. Il set originale fu creato da Gutenberg per il latino, non per
l'inglese moderno; perciò ho aggiunto "modern" al nome del font. Ho dovuto
creare un set di caratteri Roman completo che chiunque potesse usare. Tuttavia esiste una
esatta riproduzione latina non ancora terminata. La parte "GoodCity" del nome
viene dal nome tedesco del suo creatore: Guten = good, Burg = city (o
fortezza) (veramante il termine fu coniato da Earl Allen, un collega della Altsys). [Earl
fa notare di essersi ingannato nella traduzione dal tedesco, traducendo erroneamente
"berg" come se fosse "burg". Una migliore traduzione sarebbe stata
GoodMountModern, poiché la parola "berg" in tedesco significa appunto montagna
e non città, come avrebbe fatto chiunque sappia che cosa vuol dire iceberg.
Chiediamo scusa per l'errore, ma Andrew ha deciso per ora di attenersi al primo nome.]
Buon divertimento e usatelo a vostro gradimento.
Andrew S. Meit
Altsys Tester (and Stackhead) Altsys Corporation.