- Progetto Labirinto -
LA FORESTA PIETRIFICATA

messa in scena di Marco M. Pernich
con la consulenza musicale di Valentino Dragano

ideato e interpretato da:
Carlotta Ronzoni / Giulia Mazzola / Giulia Colombo / Francesca Casarano (Antigone)

Ludovica Rosati / Carlotta Torricelli / Sara Vignali / Monica Porta (Francesco e Paolo)
Barbara Soffientini / Martina Venanzi / Emanuela Forina
            Silvia Toffolati / Elisabetta Polcan (Giovanna d'arco)
Arianna Cecconi / Roberta Gnagnetti / Alessia Berti / Margherita Giampietro
Valentina Anzoise / Nora Bertolotti / Francesca Benassi (Medea)
Gaetana della Sala / Mariachiara Barbuscia / Chiara Lubatti
Francesca Casoni / Eleonora Moro (Cassandra)
Francesco Sicurella / Fabrizio Sicurella / Fabrizio Martorelli / Andrea Piazzon (Minotauro)


Lo spettacolo è il risultato di un lungo laboratorio che non ha tra i suoi obiettivi quello di scoprire talenti in erba o peggio di creare pericolose illusioni sul mondo del teatro ma piuttosto di far scoprire a ciascuno alcuni dei suoi mezzi espressivi e comunicativi per farli diventare patrimonio quotidiano. Inoltre per la struttura stessa che lo incardina è uno stimolo alla creatività personale al punto che il tema la scaletta l'elaborazione delle singole scene è frutto di un lavoro collettivo condotto dal gruppo con il regista e il suo collaboratore fino alla stesura - a posteriori - del vero e proprio copione. Il "testo" dello spettacolo - e per questo intendiamo la partitura di parole gesti sguardi movimenti e canzoni che nascono insieme - non è quindi dato a priori come nel teatro di prosa tradizionale ma è risultato di un lavoro collettivo condotto sulla scena.
Così la stessa struttura un po' anomala di "spettacolo a percorso" è il risultato di una necessità artistica manifestatasi in corso d'opera.

Il modello di teatro di riferimento è quello del "teatro di narrazione". A differenza del teatro di prosa nel teatro di narrazione i fatti sono già accaduti e qualcuno protagonista o testimone li rievoca per il pubblico presente cui si rivolge direttamente - mentre nella prosa gli attori fingono l'assenza del pubblico che a sua volta spia dalla finestra fatti che avvengono sotto i suoi occhi.
All'intrigo si sostituisce l'intreccio al dramma il racconto all'interpretazione la narrazione. Nel tempo del cinema della televisione e della realtà virtuale il recipero della narrazione intesa come oralità sembra salvaguardare lo specifico insostituibile del teatro dandogli ancora una ragion d'essere. All'interno di un laboratorio scolastico poi lo strumento "teatro di narrazione" ben si presta a conseguire gli obiettivi sopra accennati.

Per concludere resta da dire che il lavoro non s'è occupato di "tecnica teatrale" ma ha puntato tutto sull'autenticità personale degli interpreti sulla loro emozione e la capacità di trasmetterla e sul loro desiderio di dire in situazioni protettealcune delle cose che in modo più o meno tormentoso e tormentato pensano sulla banalità quotidiane e sui massimi sistemi.

Donne rinchiuse in un labirinto come vittime sacrificali di un potere oscuro e forse kafkianamente metafisico ripetono all'infinito dalla notte dei tempi e fino alla notte dei tempi la loro storia dolorosa. Sono forse archetipi della condizione umana ma insieme protagoniste di un'atroce vicenda privata. Eppure in fondo a tutto il loro dolore c'è la consapevolezza della necessità: "cosa saremmo noi oggi se non avessimo ripetuto ancora e sempre la nostra verità?". E questa consapevolezza getta una luce di bellezza e di riscatto al non senso del dolore del mondo.
L'altro con cui ciascuna di loro si scontra è spesso incarnato da un potere deleggittimato e convenzionale che della verità ha paura come dell'autenticità del sentimento della forza del sogno del coraggio dell'utopia. In questo mondo dove l'orizzonte è solo quello concreto e visibile chi sa guardare oltre indipendentemente dalla sua riuscita o meno e anche dalla sua pericolosità o meno è sempre un eversore che mette a nudo l'anello che non tiene nella catena inossidabile delle cose.
Le ragioni che muovono le protagoniste sono le più diverse: la fedeltà alla legge morale o a se stesse; il bruciare della passione che travolge ma anche spalanca possibilità al mondo; la resistenza della solidarietà umana quando le istituzioni sono in rotta; la fedeltà al proprio ethos per quanto "straniero" e addirittura "barbaro" contro leggi private o familiari oppressive del proprio essere più profondo; la necessità d'andare in fondo alla proprio strada con autenticità anche al prezzo più alto fino alla solitudine di chi  è bollato come mostro e isolato.
In tutto questo Guide svolgono un ruolo non secondario nel fornire una chiave di lettura agli eventi (diversa da guida a guida). E il Minotauro poi...

Novità assoluta di questo laboratorio è il lavoro sul canto. Non c'è musica registrata ma le canzoni sono tutte dal vivo. In questo senso preziosa è stata la collaborazione del giovane cantante Valentino Dragano cui va un ringraziamento particolare.

                                   
  freccia.jpg (964 byte)