6-10. La peste nera (1348 – 1350) |
Le
carestie indebolirono la popolazione e quando questa si trovò a fronteggiare
un’ondata di peste, perse tutto.
La
peste arrivò in Occidente nel
1348, quando il morbo, proveniente dall’Asia centrale, aveva attaccato la
colonia genovese di Caffa sul Mar Nero nel 1347, diffondendosi in tutta Europa
e nel bacino del Mediterraneo.
In
alcuni decenni la popolazione europea si ridusse del 30 %.
La
pestilenza ebbe un’incidenza differenziata per ceti sociali e per fasce d’età: le persone agiate avevano maggiori
probabilità di sopravvivere, mentre le popolazioni povere erano le più colpite,
insieme a conventi e monasteri. I
bambini erano i più esposti al contagio, sia per la maggiore fragilità corporea,
sia perché la disgregazione della vita familiare li poneva in condizioni di
rischio.
La
peste è una malattia dovuta ad un bacillo
che si riproduce nell’organismo dei roditori che vivono in un clima caldo –
umido; le pulci ne ingeriscono il sangue infetto e trasmettono la malattia
all’uomo. Dopo giorni di febbre, compaiono i bubboni scuri: questa è la peste
bubbonica, che può dar luogo alla peste polmonare, che ha un tasso
di letalità più alto e che può trasmettersi nell’aria.
Le
sue cause restavano sconosciute ai medici
dell’epoca: secondo loro poteva essere stata provocata da una corruzione
dell’aria, dovuta a sfavorevoli condizioni astrologiche,
e si consigliava di purificarla bruciando legni aromatici; l’unica precauzione
utile era la fuga dai luoghi infetti.
I
poteri pubblici cercarono di intervenire e individuarono la soluzione nell’isolamento
degli individui colpiti, ma si scontrarono con difficoltà burocratiche,
organizzative e finanziarie.
Inoltre,
e si considerava la peste come un castigo inviato da Dio, la salvezza si
raggiungeva con la penitenza; i movimenti Flagellanti favorivano la diffusione
del contagio. Se la peste si considerava un dono del demonio, bisognava
individuarne gli agenti, individuati nei Musulmani, negli eretici, negli
stranieri e negli Ebrei, che venivano bruciati sul rogo.