12. Conclusioni

 

Le conseguenze della crisi demografica nelle campagne

 

Dalla metà del ‘300 alla metà del ‘400 scomparve un gran numero di villaggi in Germania, Inghilterra, Italia meridionale e insulare, nella Penisola Iberica e nelle regioni francesi. Nei villaggi spopolati dalla peste, la vita diventava impossibile per i sopravvissuti, che emigravano verso le città; la disponibilità di terreni, i cui coltivatori erano scomparsi, consentiva di abbandonare le terre meno redditizie; il passaggio degli eserciti spingeva gli abitanti a concentrarsi in località più sicure; aree coltivate furono adibite all’allevamento del bestiame, provocando l’arretramento delle coltivazioni.

 

I passaggi della peste furono seguiti da fasi di rialzo dei prezzi, poiché si accresceva la quantità di moneta; la carenza di manodopera faceva lievitare i salari. Solo i prezzi dei cereali registrarono un declino: la diminuzione della popolazione provocava una riduzione della domanda. Ma i prezzi di altri generi alimentari e dei prodotti manifatturieri continuarono a crescere, poiché l’alleggerita pressione demografica consentì un innalzamento del tenore di vita medio.

 

I costi crescenti della manodopera convinsero molti proprietari a modificare l’utilizzazione dei terreni: si diffusero le coltivazioni di piante d’uso “industriale” e l’allevamento del bestiame bovino.