A 12 anni entrò, per le disagiate condizioni familiari, come apprendista
nella tipografia del fratello James. Nel 1723 si trasferì a Filadelfia, che
divenne sua patria di elezione. In tutti questi anni Franklin aveva accumulato, con instancabili letture,
una cultura vasta anche se disorganica: fu un geniale autodidatta. Presto
intraprese anche l'attività di pubblicista.
A partire dal 1732 cominciò a
pubblicare il suo famosissimo «Poor Richard's Almanack» («Almanacco
del povero Riccardo»), un repertorio di massime, che per 25 anni sarà la
lettura più diffusa, dopo
Particolarmente importanti furono le sue ricerche di elettrologia, con i suoi celebri esperimenti e le sue invenzioni: l'identificazione del fulmine come fenomeno elettrico e l'ideazione del parafulmine. Ma non vanno trascurati i suoi studi di fisica del calore (nel 1742 ideò una stufa che divenne celebre), di ottica (inventò le lenti bifocali), di medicina, di meteorologia, di oceanografia. Nel 1748 lasciò nelle mani di un socio la conduzione pratica della tipografia, con il programma di dedicarsi a questi studi prediletti.
Fu
invece l'attività pubblica che, di lì a pochi anni, doveva occuparlo
interamente. Nel 1757, inviato a Londra come agente speciale
dell'assemblea della Pennsylvania, iniziò la sua eccezionale carriera
diplomatica. Tornato a Londra nel 1764, agli inizi della disputa tra
madrepatria e colonie, egli divenne «una specie di ambasciatore straordinario
delle colonie». Il suo rientro in patria nel 1774, avvenne quando
ormai il contrasto stava precipitando in lotta aperta. Franklin
ebbe una parte di primo piano nelle vicende di quegli anni: membro del secondo congresso
continentale fu tra gli estensori e tra i firmatari della dichiarazione
d'Indipendenza (1776), dopo la quale negoziò inutilmente con
il generale Howe una soluzione pacifica del conflitto. Nel 1777 fu
inviato ambasciatore a Parigi, dove divenne in breve protagonista dei salotti
culturali e mondani della capitale francese. A suo merito va ascritto
il crescente favore accordato dal governo francese alla causa rivoluzionaria
e, dopo la vittoria di Saratoga, la firma del trattato di alleanza con
Franklin sostenne l'impostazione
«nazionale» (ossia unitaria) della nuova Costituzione pur distinguendosi per
l'ispirazione schiettamente democratica. Dopo aver contribuito grandemente
a far adottare la nuova Costituzione conservò fino al 1788
la presidenza del consiglio della Pennsylvania. Combatté l'ultima sua battaglia
politica contro la schiavitù, a testimonianza di una fede democratica
affinatasi e perfezionatasi sempre più con gli anni.