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VERBALE DEI PROVINI

28 febbraio 2003

 

Requisiti

  1. Spontaneità
  2. Comunicazione e capacità espressive
  3. Sincerità
  4. Affabilità
  5. Sense of humour
  6. Senso di appartenenza all’istituzione scolastica
  7. Ricchezza di esperienze extracurricolari
  8. Aspetto interessante

 

Martina Potenza   IV F

Come ti definiresti in tre aggettivi?

Prudente, un po’ esibizionista – lo ammetto – e spensierata.

Come definiresti il tuo umorismo?

A terra.

Come consideri questa esperienza? Essere o apparire?

Fare questo video è un’esperienza bella e divertente.

Quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Diventare un’attrice, ma un’attrice di teatro, non di cinema, e soprattutto non una letterina. Ha torto marcio chi mi vede letterina!

Come ti immagini tra 15 anni?

Con una carriera nel mondo del teatro.

Tu sei della F, quindi studi l’inglese. Concluderesti l’intervista con una frase in inglese?…

Well… bye bye!

 

Lorenzo Muscolo   IV E

Ti piace leggere? Qual è l’ultimo libro che hai letto?

“A ciascuno il suo” di Sciascia, per la scuola. Bello, ma ho preferito “Il giorno della civetta”.

Cosa ti offre il classico?

Uno sbocco lavorativo spero sul giornalismo.

E che cosa ne pensi dei giornalisti che hai avuto modo di vedere oggi?

Mi hanno dato fastidio.

Che cosa fai nel tuo tempo libero?

Tifo Fiorentina.

A cosa servono queste domande?

A divertirsi.

Come ti definiresti?

Permaloso e introverso.

 

Giulio Verderi   V F

Come ti definiresti?

Simpatico.

Facci ridere.

Ma faccio ridere solo se mi capita l’occasione.

Allora sei simpatico o spiritoso?

Spiritoso, sì.

Cioè? Cosa intendi per spiritoso?

Se ci si presenta l’occasione, mentre parliamo, magari faccio una battuta… ma non mi chiedete di raccontarvi una barzelletta!

Fatti non foste a viver come…

Colli!

Colli?

No…

Fatti non foste a viver come bruti.

Ah, sì! Lo sapevo!

Almeno sai dirci di chi è?

Ho appena fatto il tema di italiano… Leopardi!

Leopardi? Va beh. Leggi i giornali?

Sì, leggo tutti i giorni la Gazzetta dello sport e il Corriere.

Come definiresti la tua esperienza berchettiana?

Dolorosa, faticosa, richiede molto impegno.

Perché hai scelto il liceo classico?

Perché tutta la mia famiglia ha fatto il classico; e poi perché mi offre maggiori possibilità lavorative.

Qual è il personaggio più significativo del Berchet?

Vanni.

 

Federico Trotta   V F

Essere o apparire?

Dipende; di solito essere, ma apparire nelle situazioni come questa!

Cantaci una canzone che ti viene in mente.

Mi viene in mente “Ti sento” di Ligabue, ma è meglio che non la canti.

Sei stonato?

Sì.

Una barzelletta?

No!

Una frase che credi debba essere ricordata?

 

Cosa ne pensi di Grande Fratello?

E’ una stupidaggine, una trasmissione inutile che serve solo a fare audience.

Cosa cerchi nell’altro sesso?

Dolcezza, disponibilità, simpatia, divertimento, intelligenza.

A che cosa serve la cultura?

Ad avere una visione del mondo che non sia superficiale.

 

Matteo Bombarda   V F

Come ti sembra il liceo classico?

Traumatico, ma non così tanto come me lo avevano descritto.

Studi tanto?

Il giusto, cioè, quanto serve, studiare… sì, studiare…

A che cosa serve la cultura?

Ad avere sempre qualcosa di sensato da dire.

Come ti immagini tra 20 anni?

Beh, tra vent’anni… sarò un uomo di 35 anni.

Una persona che stimi?

All’interno della scuola?

No, in generale…

… Berlusconi, perché si è fatto da solo, perché è riuscito a portare successo e ricchezza: il Milan, le città…

E una persona che non sopporti?

… La Gialappa’s Band, perché sputa nel piatto in cui mangia e ci si diverte.

Cosa ne pensi di Grande Fratello?

E’ stato inventato per far piacere a gente che non ha niente di meglio da fare; è demenziale.

Leggi i giornali?

Quando mi capitano sotto mano.

 

Mauro Barbieri   V F

Hai il cellulare?

Sì, ma è spento perché non mi serve in ambito scolastico.

Ma usi molto gli SMS e gli MMS?

No, non tanto, perché preferisco parlare di persona.

Ti senti più berchettiano, milanese, italiano o europeo?

Italiano, penso che un paese abbia bisogno di un popolo in cui crede… che creda nel suo paese. Bisogna essere tutti uniti per una causa comune.

Ma allora ti definiresti nazionalista?

No, no.

Che differenza c’è tra un nazionalista e un sostenitore della nazione?

I nazionalisti sono più duri.

Chi stimi?

Sganzerla. Cioè, non ha fatto niente di particolare, ma lo ammiro lo stesso.

Come ti definiresti?

Basso, bello, intelligente.

Sei contento di ciò che sei?

Sì.

Anche basso?

No, ma Madre Natura ha voluto così.

L’ultimo libro che hai letto?

“La morte a Venezia”

Che cosa credi che ti faremo fare?

Non ne ho idea. Spero di non umiliarmi, e di essere riconosciuto da molti quartini.

 

Francesca Macri   V F

Vedo che sei firmatissima! Come mai?

Così. Mi piace.

Non è che lo fai perché qualcuno ti dice di farlo?

No, no, nessuno mi dice di farlo.

Secondo te che funzione ha questo provino?

Quella di farci rappresentare al meglio la nostra scuola.

E che cosa si dovrebbe rappresentare della nostra scuola?

I rapporti tra i ragazzi e le ragazze, le attività extra scolastiche tipo gare di sci, l’intervallo perché si mescolano le classi.

E le ore di lezione? Tutto bene con gli insegnanti? Parla pure liberamente.

No, va tutto bene così.

Quali sono i tuoi sogni?

Portare avanti gli studi; entrare nel mondo della moda; però anche frequentare l’università, vorrei iscrivermi a medicina o a legge.

Pratichi attività sportiva?

Sì, palestra. Mi piace mettermi alla prova.

E com’è il tuo rapporto con la lettura?

Mah, leggo, però preferisco fare altro.

Com’è il tuo rapporto con il computer e con Internet?

Sono una frana!

Fatti una domanda e datti la risposta.

Credi di passare il provino? Spero di sì!

 

Alessia Patruno   II G

Sei contenta di essere qui?

Sì.

Quanti anni hai?

Quasi 18.

E’ una fortuna avere 18 anni?

Sì, significa maggiore libertà e indipendenza, adesso che ne ho 17 i miei non me ne lasciano abbastanza.

Cosa cerchi nell’altro sesso?

Divertimento, comprensione, dolcezza.

Qual è un personaggio letterario con cui ti identifichi?

La locandiera! L’abbiamo appena letto.

 

Vincenzina Orlando  II G

Perché il tuo soprannome è Enza?

Perché Vincenzina è un nome troppo lungo. E’ il nome di mia nonna.

Credi in Dio?

La mia famiglia è credente, io di fondo no, però a volte mi sorgono dubbi: vorrei crederci, ma non ci riesco.

Cosa ne pensi del Grande Fratello?

E’ interessante vedere a che livelli si riducono le persone quando sono tenute isolate in quella situazione per tanto tempo.

Ora dovrai definire alcuni termini. Aborto?

E’ una forma di libertà…

Ma che cosa significa, che cos’è?

E’ l’interruzione di una gravidanza indesiderata.

E l’eutanasia?

Beh, non mi sembra giusto lasciarsi limitare da condizionamenti religiosi, non so se sia giusto porre fine alle sofferenze di un uomo, comunque…

Tre aggettivi per definirti?

Intelligente, non bella – ma non mi sono mai fatta troppi problemi perché non sono bella…

Insomma, bella o brutta?

Bella, e arrogante.

E sei contenta di quello che sei?

No, affatto, non sono contenta di essere arrogante. E’ una barriera sociale.

Un personaggio letterario in cui ti identifichi?

Nessuno in particolare.

Cos’è che non sopporti?

L’incoerenza.

A che cosa servono queste domande?

Non lo so.

Che aspettative avevi venendo qua?

Nessuna in particolare, ho semplicemente superato la vergogna di mostrarmi davanti alla telecamera.

 

Aura Fabrizio   II G

Come definiresti Jacopo?

Simpaticissimo!

Con che aspettative sei venuta qui?

Beh, era bello l’effetto a sorpresa.

Come ti sembra il liceo classico?

Ci sono pregi e difetti.

Ad esempio?

Beh, quest’anno siamo arrivati fino alla lettera P al ginnasio, qualche cosa di buono ci deve essere.

Che cosa fai nel tuo tempo libero?

Sport – faccio tennis – studio, mi diverto.

Ti definiresti uno spirito solitario o socievole?

Solitario, trovo maggiore serenità nello stare sola.

Cosa ne pensi del Grande Fratello?

 

[LA RIPRESA E’ STATA INTERROTTA DALLA RIPRESA SUCCESSIVA]

 

Selene Litta Modignani   III D

Che rapporto hai con gli altri?

Nella scuola?

Beh, anche in generale.

I miei rapporti sono fondamentalmente nella mia classe: mi sento molto parte del gruppo classe. Invece mi sento meno legata al resto della scuola, forse lo ero di più in quarta, ora lo sono sempre meno.

Ti senti più berchettiana, milanese, italiana, europea?

Italiana sicuramente. Berchettiana e milanese sono fasi, questo invece rimane.

La tecnologia rende l’uomo più felice?

No, almeno, non credo, comunque bisognerebbe prima chiedersi che cosa sia davvero la felicità…

Quali erano le tue aspettative per il futuro quando arrivasti al Berchet?

Mi aspettavo che il liceo classico mi aprisse la strada verso il meglio.

Che genere di cultura pensavi che ne avresti ricevuto?

Medio-alta… media.

Consiglieresti dunque il liceo classico ai futuri studenti?

Sì assolutamente, non vedo scelta migliore.

 

Emilia Flocchini   III G

Ti definiresti berchettiana, milanese, italiana o europea?

Europea, il che include tutto il resto, e mi sento anche berchettiana con parecchio orgoglio.

Quali erano le tue aspettative quando entrasti al Berchet?

Si può dire che allora ero una quartina di belle speranze. Quando ero piccola avevo di fronte l’esempio di mia sorella che faceva il classico ed era sempre intenta a scartabellare il Rocci o l’IL e io le dicevo, “Cavolo, ma che scuola bellissima che devi fare!”. E alla fine questa possibilità si concretizzò. Ma i primi tempi furono molto duri perché mi sentivo dire che non studiavo nel modo giusto, che non studiavo abbastanza, e io dicevo: “Come non studio abbastanza, ma se sono sempre lì a fare due, tre volte la parafrasi di un passo dell’Eneide per farla sempre meglio, se sono sempre lì a ripetere i paradigmi… come non mi impegno?”

Che cosa ti ha dato il liceo classico?

Non quella che nei testi di ammissione si chiama “cultura generale”, ma cultura approfondita, la storia della nostra cultura che è importante conoscere: il classico mi ha permesso di esprimere al meglio le mie potenzialità.

E a che cosa credi che serva la cultura?

Ad arricchire se stessi e a trasmettere anche ad altri la voglia di imparare.

 

Laura Zanetti Domingues   I D

Come definiresti i tuoi primi tre anni al Berchet?

Due, perché vengo dallo scientifico. Bellissimi, mi sono piaciuti un sacco.

E i tuoi rapporti con gli altri?

Normali, ci sono alti e bassi, i normali rapporti di una sedicenne.

Trovi che siano stati favoriti da attività extracurricolari nell’ambito della scuola?

Sì, anche se non vi ho mai partecipato molto, solo al gruppo di pallavolo l’anno scorso, ma ora non lo faccio più. Comunque vedo che c’è molta gente amalgamata in attività sportive o culturali.

Come deve essere secondo te la scuola?

Non deve riempire la testa solo di nozioni, deve aprirti la mente.

Credi che ciò che studi ti sarà utile in un domani?

Sì, tutto è utile se studiato nella maniera giusta, perché ti dà un’apertura mentale qualsiasi cosa faccia.

Che cosa ne pensi della modernizzazione della scuola, visto che il classico è visto come un liceo “tradizionale”?

Penso che sia una cosa molto giusta, ma i contenuti ci devono essere lo stesso: si possono anche proiettare tutte le diapositive che vuoi e far uso di tutti i mezzi multimediali, ma se il contenuto non c’è non si trasmette nulla.

 

Gli organizzatori ed i collaboratori per i provini del 28 febbraio

 

Prof. Cesare Badini

Jacopo Filippo Vignola (V G)

Federico Longobardi (II G)

Jacopo Busnach Ravenna (II G)

Sara Miglietti (III D)

Muriel Costi (III D)

Giuliana Lusso (III D)

Ruggiero Rovida (III E)

 

 

 

 

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