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13 dicembre 2002

MENSILE D'INFORMAZIONE E LIBERO DIBATTITO

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da "Idea Web" di agosto 2001

Ebbene sì, maledetto Gates, hai vinto anche stavolta.

Molto si è ricamato in tempi più o meno recenti sulla curiosa attitudine di Microsoft di indirizzare a piacimento l'economia mondiale e, nel tempo libero, le coscienze dei suoi utenti. In nome di questa filosofia aziendale. si sono combattute guerre epiche che hanno sostanzialmente sancito il potere assoluto del colosso di Redmond. Hanno provato ad osteggiarlo, smembrarlo, hackerarlo. Tutto inutile. Anatemi si sono abbattuti su di loro. Un esempio? Tutti ricordano la battaglia legale incentrata sulla furbesca introduzione di Internet Explorer nell'interfaccia di Windows 95: beh. Netscape, il browser primogenito, si è dovuto rassegnare all'emarginazione, quindi all'estinzione. Anche se sarebbe ingiusto affermare che la colpa è tutta di Microsoft.

Bill Gates è l'uomo più ricco del mondo. Questo è certo. Ma è anche (probabilmente) il più influente e controverso, e la lista dei suoi nemici è ben più lunga della sfilza di zeri sul suo conto bancario. In fondo, ci sarebbe di che essere soddisfatti. Potrebbe pensare di dedicarsi alla filantropia, tappare il buco dell'ozono, portare pace, amore e prosperità al mondo intero, e invece a che ti va a pensare l'ineffabile Bill? Ad inserire gli smart tag!

Microsoft ha un solo torto. Quello marcio!

E qui urge un minimo di spiegazione: dicesi smart tag quel diabolico sistemino che consentirà al browser di casa Microsoft di inserire dei link all'interno di una qualsiasi pagina Web, in modo da orientare, all'insaputa degli stessi creatori del sito. la nostra navigazione. Non sono sicuro se esista un modo più contorto per spiegarlo. ma forse un link vale più di tante parole: www.zdnet.com/intweek/Stories/columns/l0,4964,2772297,00.html. Il succo?

Beh, supponiamo che all'interno di una mia pagina Web [clicca qui per scaricare Internet Explorer X.X] sia spiegata la diatriba legale sull`accusa di pratiche monopolistiche [clicca per leggere perché il giudice Jackson sbaglia] da parte di Microsoft [clicca qui per andare sul sito ufficiale Microsoft, sezione acquisti online], in cui magari prendo posizione contro Bill Gates [clicca qui per vedere alcune foto compromettenti del perfido redattore]. Chiaro che una soluzione di questo genere, se usata bene e senza fini di lucro, possa rappresentare un aiuto non indifferente ai navigatori di tutto il mondo. Nelle mani di un'azienda che fa del dio denaro il suo unico credo, c'è poco di che stare allegri. Ecco perché il Wall Street Journal in persona (mica Amnesty International!) ha denunciato questo tentativo. Poverino... quel giornale mi stava tanto simpatico!

Roberto Carbone (roberto@edmaster.it)

 

 

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