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27 marzo 2003

MENSILE D'INFORMAZIONE E LIBERO DIBATTITO

direttore Federico Longobardi

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Le ragioni degli U.S.A.

dal nostro inviato dagli U.S.A. Rocco Polin

Diluvia qui in Missuri. Raffiche di vento spazzano la strada davanti a casa mia mentre la Cnn descrive con tono eccitato le possibili strategie dell’esercito americano e le possibili risposte di quello iracheno. Cinque minuti fa c’era in collegamento l’inviato da Parigi, anche lui sotto una pioggia scrosciante. Sembra che cielo sia stufo. Se non mi sbaglio c’è un verso della Bibbia che dice “piove sui giusti e sugli ingiusti”. Ora rimane da stabilire chi sono i giusti. Mi sembra che molti in Europa abbiano già deciso. La colpa è degli americani, imperialisti assetati di petrolio, violenti e arroganti, che hanno distrutto l’Onu e uccideranno innocenti iracheni. Trovandomi qui, al centro dell’impero, ho avuto la possibilità di ascoltare le ragioni di questi “cowboys ignoranti” e, lungi dall’essere a favore della guerra, spesso le ho trovate sensate. Qui di seguito vi espongo alcuni dei ragionamenti che mi sono trovato a condividere.

1) L’America non è uscita da un libro di Orwell o dagli incubi di Agnoletto; è uno stato democratico dove, sebbene alcune lobby industriali abbiano un’influenza eccessiva, il potere è saldamente nelle mani del popolo. Certo mettere le mani sul petrolio iracheno e guadagnare il supporto di potenti lobby economiche a Bush non dispiace, ma questa guerra è soprattutto una questione di sicurezza. Dopo l’11/9 l’America si sente vulnerabile, Bush crede che Saddam rappresenti un pericolo e ha il dovere di neutralizzarlo. Non sto dicendo che Saddam sia effettivamente un pericolo per gli Usa, ma che questo è quello che pensa Bush e che in quest’ottica, tenendo presente il trauma dell'11/9, la guerra non è del tutto campata in aria. Un presidente che fra un po’ dovrà tornare alle urne non mette in pericolo la vita dei suoi concittadini o lo stato dell’economia solo per far contente delle industrie; lo fa, e ha il dovere

di farlo, se teme che la sicurezza del suo popolo sia a rischio.

2) Saddam non è una vittima innocente, è un dittatore crudele e forse anche pericoloso. Lo scopo che l’Europa dovrebbe prefiggersi non è semplicemente evitare la guerra bensì rimuovere Saddam e il pericolo da lui rappresentato, evitando nel contempo la guerra. Certo che il governo creato dagli americani in Iraq non sarà democratico né tanto meno indipendente, ma sarà comunque meglio del brutale regime di Saddam, così come quella marionetta di Karzai è meglio dei talebani.

3) Il Consiglio di Sicurezza ONU non è un organismo fatto per difendere la pace nel mondo e i diritti dei deboli, o meglio, è così solo in teoria. In pratica sono 5 potenze, ognuna facente i propri interessi, spesso proprio sulle spalle dei più deboli. In quella stanza avvengono trattative ignobili. I russi, che ora difendono la pace e il diritto internazionale, l’anno scorso hanno venduto il proprio assenso alla guerra in Afghanistan in cambio del diritto di massacrare i ceceni in santa pace. Stesso affare l’hanno fatto i cinesi, solo che qui la vittima erano i tibetani. I turchi (e qui allargo il discorso al di fuori del Consiglio) stanno contrattando l’autorizzazione ad usare le basi con soldi e mano libera sui Curdi. E i francesi, paladini della giustizia e della pace? Hanno paura di perdere i propri diritti sul petrolio iracheno e che venga alla luce il loro vergognoso commercio “petrolio in cambio di armi”. Quindi io sono d’accordo che la guerra preventiva senza autorizzazione ONU è arrogante e pericolosa, ma ricordiamoci che l’ONU, così com'è oggi, è soltanto un ignobile mercato.

4) Gli americani sono un popolo di inguaribili idealisti. Sono convinto che quando Bush parla di creare una democrazia in Iraq, di portarvi la libertà e la prosperità, lui creda sinceramente in quello che dice. La componente wilsoniana è da sempre fortissima nella politica estera americana. Ovviamente la situazione è un po’ più complessa di come la vede Bush: non è possibile creare la democrazia per qualcun altro e non è detto che in Iraq debbano seguire per forza il modello americano, ma, secondo me, bisogna riconoscere agli americani le loro buone intenzioni. In fondo, è meglio l’atteggiamento cinico degli europei per cui gli iracheni sono destinati a non avere democrazia e diritti umani? Questa idea per cui la democrazia in Medio Oriente sarebbe una cosa estranea alla loro cultura e un’imposizione dei valori occidentali è puro e semplice razzismo mascherato da multiculturalismo.

5) Il nemico è Saddam, non Bush. Questo è forse il concetto più importante. A volte, irritati dall’arroganza degli americani, ci auguriamo che l’esercito iracheno dia loro una bella lezione. Sebbene non l’abbiamo mai detto, molti di noi di fronte alle torri che crollavano hanno pensato: “Gli sta bene, se la sono cercata e adesso imparano”. Oltre alla evidente crudeltà di questo pensiero, dobbiamo renderci conto che noi e gli americani siamo nella stessa barca; anzi, in questa barca si trovano pure russi, cinesi, indiani, giapponese, brasiliani... Qualcuno ha definito questa barca “mondo dell’ordine”. Dall’altra parte della barricata c’è il mondo del disordine: Iraq, Al Queda, Nord Corea, narcotrafficanti, dittatori africani... Possiamo contestare il diritto dell’America a dirigere la barca, dobbiamo sforzarci di accogliere sulla nostra barca sempre più popoli, ma ricordiamoci che se, per far dispetto al capitano, affondiamo la barca, è la fine per tutti. Ovviamente questa è solo una faccia della medaglia, quella che premia gli americani come altruisti coraggiosi e condanna gli europei come ipocriti codardi. Questa è la faccia che si vede qui in America; in Italia siamo abituati a vedere americani arroganti e imperialisti ed europei pacifici e pronti a difendere gli interessi dei popoli del terzo mondo (spesso confondendoli con quelli dei dittatori del terzo mondo). Non c’è una faccia più vera dell’altra, ma se ci sforzassimo, da entrambe le parti dell’Oceano, diosservarle entrambe forse potremmo veramente costruire un mondo migliore.

 

 

 

 

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