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3 febbraio 2003

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"Vienei al liceo, parola di studente"

Al Berchet di Milano i ragazzi girano uno spot promozionale

dalla "Arena di Verona", "Giornale di Vicenza" e "BresciaOggi" del 1 marzo 2003

TEMPI MODERNI. Alcune allieve protestano: volevamo essere «letterate», non «letterine»

Milano. Hanno preso avvio ieri, al liceo classico Berchet, i provini per selezionare tra gli studenti i volti dei testimonial di un video per pubblicizzare la scuola tra chi si deve iscrivere a un istituto superiore. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, sono dunque cominciate le audizioni: prima è toccato a quelli del ginnasio; poi, a quelli del liceo. Il video sarà diffuso durante le giornate della «scuola aperta», quando ogni istituto apre le porte ai ragazzini delle medie e ai genitori. L’iniziativa del preside Umberto Diotti aveva però provocato le rimostranze di alcune studentesse: «Pensavamo di fare le letterate, non le letterine», hanno scritto in un cartello appeso nei corridoi della scuola.

Ma il «casting» si è svolto regolarmente e molti si sono presentati volentieri alla selezione. La sala per i provini è stata allestita nell’aula di biologia al secondo piano. Davanti ad una videoc amera gli aspiranti testimonial hanno registrato il loro messaggio per convincere gli studenti delle medie inferiori sulle grandi opportunità che offre l o storico liceo classico milanese . L’istituto era invaso da giornalisti e telecamere dopo il servizio in cui il Corriere della S er a aveva raccontato la storia del Berchet .

«Già lo scorso anno », dice il vicepreside Pietro de Luca, « era stato girato un filmato amatoriale che riprendeva gli studenti in momenti della loro vita scolastica . Era piaciuto talmente che quest’anno s’ è deciso di promuovere qualcosa di analogo coinvolgendo ancora di più i ragazzi». A suggerire l’idea del video - spot pare siano stati proprio gli studenti , e la proposta è stata immediatamente accolta dal preside, che deciderà insieme ai colleghi chi scegliere per il messaggio promozionale.

E se nei giorni scorsi non erano mancate le proteste , a sottoscrivere l’appello delle studentesse contro lo spot sono stati solo quaranta dei 1.061 studenti . «Nessuno ha mai pensato di trasformarle in veline o letterine », dicono preside e vicepreside . « Non è stato richiesto alcun requisito fisico o di bellezza, ci mancherebbe. La partecipazione alla selezione è stata del tutto libera e i criteri di valutazione saranno quelli usati in tutti i casi in cui c’è da scegliere uno studente per un determinato compito».

La maggior parte degli studenti, comunque, sembra essere d’accordo: « C i fosse stata un’ iniziativa del genere cinque anni fa , quando ho cominciato io !», dice Selene, ultimo anno. « Per una volta che la scuola propone qualcosa di divertente dovremmo tutti essere contenti». Più scettica Livia: «L’idea è buona », commenta, « ma sembra troppo presa dal mondo delle fiction invece che da quello della scuola ».

U n gruppo di ragazzi , poi, ha voluto goliardicamente ironizzare su tutta la vicenda e ha appeso in bacheca, accanto all’avviso sul video, un manifesto per un altro provino. Indispensabile nascondere il volto, e poi mettere in mostra e dire quello che si vuole. Appuntamento nella stessa ora ma non nell’aula di biologia, bensì a i vespasiani della scuola.

 

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